«Questo contratto costa alle imprese un miliardo di euro aggiuntivi all’anno sul costo lavoro. Stiamo qualcosa di qualcosa di molto importante». Il presidente di Confindustria Moda, Sergio Tamborini, ieri, alla firma dell’articolato del contratto collettivo nazionale di lavoro del tessile abbigliamento, ha voluto sottolineare il peso dell’accordo raggiunto con i sindacati lo scorso novembre, in una fase di grande trasformazione e di transizione per il settore che chiede una maggiore attenzione al decisore politico. «Le relazioni tra le parti devono prendere una direzione diversa, più propositiva verso il decisore politico che è sempre stato poco attento a questo settore caratterizzato da una filiera complessa», afferma Tamborini. Di qui la scelta di rendere pubblico un momento come la firma del testo del contratto con cui Confindustria Moda e i sindacati di categoria, Filctem, Femca e Uiltec hanno dato concretezza alla comune volontà di difendere e rilanciare il settore che genera un giro d’affari di 60 miliardi di euro. Ne fanno parte 40mila imprese e ci lavorano oltre 400mila lavoratori

Stessi diritti e doveri

Il testo del contratto è valido per il periodo che va dal 1° aprile 2024 al 31 marzo 2027 e rappresenta quanto era stato definito nell’accordo di rinnovo siglato lo scorso 11 novembre. E’ un contratto che segna molti progressi sul fronte delle tutele economiche, ma anche sui diritti e sui doveri dei lavoratori, equiparando tutti, dagli operai ai quadri. E porta alla nascita dell’Ente bilaterale della Moda che, in questa tornata di rinnovo, è stata l’espressione più forte della maturità delle relazioni industriali del settore. Tra i punti salienti dell’accordo che è già pienamente operativo, va ricordato l’aumento dei minimi retributivi lordi medi mensili di 200 euro a regime, che copre il recupero dell’inflazione per gli anni 2022 e 2023 e la tutela del potere d’acquisto dei salari fino al 31 marzo del 2027. Sul fronte degli inquadramenti, invece, le parti hanno condiviso la parificazione normativa tra le diverse qualifiche professionali. E così dall’inizio del 2025 operai, qualifiche intermedie, impiegati e quadri sono soggetti agli stessi diritti e doveri. In questa fase di grande trasformazione e innovazione per il settore, il contratto prevede anche un nuovo investimento sulle competenze dei lavoratori, con l’impegno delle aziende ad estendere i programmi di formazione continua a tutti i lavoratori. Così come per accrescere l’attrattività è stato dato molto spazio al miglioramento degli istituti che regolano la conciliazione tra il tempo e l’organizzazione del lavoro e gli impegni della vita privata dei lavoratori. Sul fronte del welfare c’è stato un potenziamento dell’investimento delle imprese, attraverso il miglioramento del piano di assistenza sanitaria che viene offerto da Sanimoda, l’aumento della tutela previdenziale del fondo di settore Previmoda e nuove risorse pari a 200 euro annui per ogni lavoratore che potranno esseri spesi in beni e servizi di welfare.

L’istituzione dell’Ente bilaterale moda

Una delle più importanti novità dell’accordo firmato da Confindustria Moda e da Filctem, Femca e Uiltec lo scorso novembre, è stata la creazione di un Ente bilaterale della moda (Ebm) che è stato istituito proprio ieri, dando applicazione a quanto definito nel rinnovo contrattuale. In questo modo sono state ulteriormente potenziate le relazioni industriali di settore ed i servizi a favore delle imprese e dei lavoratori. L’Ebm sarà gestito in modo paritetico tra le parti e rappresenterà uno strumento operativo, con un’organizzazione e delle risorse proprie. L’Ebm, tra l’altro, supporterà l’elaborazione e l’attuazione di strategie e iniziative di sviluppo per il settore, ma anche la realizzazione di nuovi progetti di formazione e assistenza per aziende e lavoratori.

Le relazioni industriali

Il contratto e l’ente bilaterale sono due elementi centrali del sostegno che arriva al settore dal fronte comune tra la rappresentanza delle imprese e quella dei lavoratori. Nell’incontro di ieri, come ha spiegato il presidente Tamborini, ha trovato espressione «la volontà di potenziare le relazioni industriali di settore per sostenere, insieme con i sindacati e con più forza, le imprese e i lavoratori. Per questo, oltre al nuovo contratto di lavoro, formalizziamo la nascita dell’Ente Bilaterale Moda, uno strumento operativo essenziale per implementare le strategie di intervento nel comparto, e annunciamo con le organizzazioni sindacali l’elaborazione di un piano strutturale congiunto a sostegno del tessile e moda e dei suoi operatori che andremo a presentare al Governo nei prossimi tavoli ministeriali». Per dare continuità alle relazioni tra le parti, all’incontro è intervenuto anche il nuovo presidente designato di Confindustria Moda Luca Sburlati, il cui incarico verrà ufficializzato nella prossima assemblea dell’associazione del 19 maggio.

Lo sviluppo sostenibile

I tre segretari generali Marco Falcinelli per la Filctem Cgil, Nora Garofalo per la Femca Cisl e Daniela Piras per la Uiltec Uil, hanno spiegato che «nel contesto sempre più complesso e sfidante in cui ci troviamo ad agire, come parti sociali stiamo facendo al meglio la nostra parte per garantire uno sviluppo sostenibile e di qualità all’intero settore. La sottoscrizione di un contratto innovativo che punta sulle relazioni industriali e dà risposte certe alle lavoratrici ed ai lavoratori, sia in termini economici che normativi, rappresenta un tassello fondamentale tra le azioni congiunte che vogliamo continuare ad implementare per il rilancio del settore. Siamo convinti che relazioni sindacali consolidate e partecipative generino valore per tutte le Parti coinvolte, e auspichiamo che anche le Istituzioni – ed il Governo in particolare – si facciano parte attiva di questo percorso, sostenendo con politiche industriali serie ed adeguate le imprese ed i lavoratori».

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