La storia della esplorazione di Marte
Quel pianeta ha sempre colpito la fantasia umana, a partire dall’antichità quando il suo colore rossastro lo fece accostare al dio della guerra. Marte ha due satelliti, due piccoli asteroidi catturati mentre gli passavano vicino, e sono stati chiamati Fobos e Deimos, paura e terrore nella nostra lingua, che con la guerra purtroppo vanno d’accordo. A fine ‘800 la prima mappa del pianeta, fatta da Virginio Schiaparelli, ottimo astronomo che osservava dai cieli allora limpidi e bui di Milano Brera, ha aperto una nuova epoca per lo studio di Marte, ma anche, per una serie di errori ed equivoci, l’epoca dei “marziani”, gli abitanti di Marte che avrebbero scavato, non si sa bene perché, i grandi canyon che si osservano.
Dal sogno e dalla fantascienza, spesso avvincente, si uscì solo negli anni ’60 del secolo scorso, quando le prime sonde Nasa, le famose Viking 1 e 2 che atterrarono sul pianeta, ci fecero vedere, ahimè, un mondo brullo e arido, oltre che ricoperto dalla polvere rossastra.
Iniziò su queste basi la esplorazione minuziosa di Marte, anche perché, sarà poco poetico, ma è l’unico pianeta su cui possiamo un domani pensare di arrivare anche con umani. Fra i pianeti fatti di roccia Mercurio, così vicino al sole, ha temperature impossibili di giorno e freddo atroce di notte, dato che non ha atmosfera che diffonda il calore sul pianeta. Venere poi è molto più simile alla Terra di Marte, dimensioni quasi eguali, ma è perennemente ricoperta da nuvole irrespirabili che mantengono la temperatura sui 400 gradi con effetto serra. Ci resta Marte, che è più piccolo della Terra, il giorno lì dura solo 39 minuti e 445 secondi più di quello terrestre e le temperature non sono certo gradevoli, ma meno proibitive anche se possono raggiungere i -150°C, con una media in superficie attorno ai -62°C.
La struttura interna di Terra e Marte è simile e molti dei minerali in superficie lo ritroviamo anche sulla Terra: uno fra tutti è l’argilla, di cui Marte è molto ricca. Come la Terra, Marte ha vulcani, non più attivi, come il Monte Olimpo – il più grande del Sistema Solare: 25 chilometri.
Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare, esterno alla nostra orbita, ed è l’ultimo dei cosiddetti “pianeti rocciosi”. Si trova a una distanza media di 228 milioni di km dal Sole, si può vedere nel cielo notturno senza problemi a occhio nudo, la sua distanza varia dai 54,6 milioni ai 401 milioni di chilometri. La distanza minima, quando i due pianeti stanno dalla stessa parte rispetto al Sole, si raggiunge ogni due anni, ed è quello il momento in cui far arrivare mezzi spaziali su Marte.
