Un ateneo che ha raggiunto posizioni di rilievo nei ranking internazionali, ha avviato nuove collaborazioni con le istituzioni universitarie più prestigiose del mondo, ha aumentato gli investimenti nell’accademia. Non solo: ha ammodernato e ampliato i servizi, rivisto la governance, aumentando l’efficienza, con un conto economico 2024 che si chiuderà con il miglior risultato netto di sempre.
Sono molti i traguardi raggiunti dal presidente della Luiss, Luigi Gubitosi. Missione compiuta, quindi? «Sì, missione compiuta, assolutamente. E mi fa piacere dire che c’è voluto meno tempo di quanto originariamente concordato all’inizio del mio mandato». La Luiss si è aggiunta ad una carriera manageriale intensa e diversificata: Gubitosi è stato 20 anni in Fiat, con il ruolo di Cfo, è stato ceo di Wind, poi in BofA Merryl Lynch, direttore generale Rai e Alitalia (è stato commissario straordinario), ad di Tim dal 2018 al 2021. Poi la presidenza Luiss, l’università di Confindustria, una delle istituzioni accademiche più prestigiose del Paese.
Facciamo un passo indietro: lei è arrivato in Luiss poco più di un anno fa. Come è andata?
È stato nell’ottobre del 2023, in un momento complesso per l’ateneo. Mi è stato chiesto, vista l’impossibilità di Carlo Bonomi, di assumere la presidenza e di traghettare l’università verso lidi più stabili.
In che senso?