Dopo il via libera della Camera la terza manovra del Governo Meloni passa ora all’esame del Senato per l’ok finale. In pancia un pacchetto di misure a sostegno della famiglia: mille euro per i nati nel 2025, bonus madri, congedi parentali, il rifinanziamento della Carta dedicata a te, oltre che gli interventi sui mutui per la prima casa.

I fondi rifinanziati

Il disegno di legge di Bilancio ha rifinanziato il Fondo per l’acquisto dei beni alimentari di prima necessità – carta “Dedicata a te”, il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, il Fondo di garanzia per la prima casa, il fondo per le non autosufficienze e il Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità.

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Una tantum di mille euro per ogni figlio nato o adottato nel 2025

In tema di famiglia, al fine di incentivare la natalità e di contribuire alle spese per il sostegno dei figli viene introdotto un assegno una tantum, pari a 1.000 euro, per ogni figlio nato o adottato a decorrere dal 1° gennaio 2025; il beneficio – riconosciuto dall’Inps su domanda – è subordinato alla condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente abbia un valore di Isee non superiore a 40.000 euro annui – valore di Isee che viene computato al netto dell’assegno unico e universale per i figli a carico – nonché alle condizioni che il genitore richiedente sia residente in Italia e rientri nelle categorie di cittadinanza o di permesso di soggiorno o di legame familiare specificate.

Carta “Dedicata a te”

Viene stabilito, per il 2025, l’incremento di 500 milioni di euro della dotazione del Fondo per l’acquisto dei beni di prima necessità destinato all’acquisto di beni alimentari di prima necessità da parte dei soggetti che presentano un Isee non superiore a 15.000 euro, da fruire mediante apposito sistema abilitante tramite uno strumento di pagamento denominato Carta “Dedicata a Te”, da ripartire secondo le modalità individuate da uno specifico decreto interministeriale.

Congedo parentale

La manovra prevede per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti che hanno cessato il congedo di maternità o paternità a partire dal 1° gennaio 2024, l’aumento dell’indennità del congedo parentale all’80 per cento della retribuzione per tre mesi entro il sesto anno di vita del bambino (in luogo del 60 per cento, già previsto per il secondo mese, e del 30 per cento, già previsto per il terzo mese).

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