La maggioranza di governo ha confermato la linea del Memorandum firmato il 2 febbraio del 2017 a Roma da Italia e Libia (premier di allora, Paolo Gentiloni del Pd e Marco Minniti al Viminale; mentre a capo del Governo di Riconciliazione Nazionale dello Stato di Libia era Fayez Mustafa Serraj) nella lotta ai trafficanti di migranti e per fermare le partenze dal paese africano. È stato l’effetto della mozione proposta dal centrodestra e approvata alla Camera mercoledì 15 ottobre con 153 sì, 112 no e 9 astensioni contando quindi, in Aula, solo sui propri voti.

La scadenza del 2 novembre

Il governo Meloni, che entro il 2 novembre avrebbe potuto chiedere uno stop al Memorandum, ha deciso di tirare dritto sulla battaglia ai trafficanti sull’altra sponda del Mediterraneo. Si rinnova così l’intesa che prevede il sostegno alla guardia costiera libica e la collaborazione dei due paesi nel controllo delle frontiere. Contrarie le opposizioni, che non hanno votato il documento. Non solo. Otto anni dopo quella firma, il centrosinistra ha cambiato idea, parzialmente, sull’accordo. E si è diviso sugli impegni chiesti all’esecutivo. Sono state due le mozioni presentate dalle opposizioni ed entrambe bocciate dall’Aula: una firmata da Pd, Avs, Italia viva e Più Europa; l’altra del M5s.

Che cosa prevede l’intesa del 2017

Il “Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana” prevede da una parte che l’Italia si impegna a fornire supporto tecnico e tecnologico agli organismi libici incaricati della lotta contro l’immigrazione clandestina, e che sono rappresentati dalla guardia di frontiera e dalla guardia costiera del Ministero della Difesa, e dagli organi e dipartimenti competenti presso il Ministero dell’Interno. Dall’altra, che fornisca sostegno e finanziamento a programmi di crescita nelle regioni colpite dal fenomeno dell’immigrazione illegale, in settori diversi, quali le energie rinnovabili, le infrastrutture, la sanità, i trasporti, lo sviluppo delle risorse umane, l’insegnamento, la formazione del personale e la ricerca scientifica. Si stabilisce la creazione di campi di accoglienza temporanei in Libia, sotto il controllo del Ministero dell’Interno libico, per i migranti in attesa di rimpatrio volontario o forzato.

Il rinnovo dell’intesa

L’intesa ha validità triennale, ma è previsto che venga tacitamente rinnovata alla scadenza per un periodo equivalente, salvo notifica per iscritto di una delle due parti contraenti, almeno tre mesi prima della scadenza del periodo di validità. L’Italia ha confermato il rinnovo, nonostante le richieste delle opposizioni e delle organizzazioni non governative di annullarlo. Le critiche si concentrano sul ruolo dell’Italia nel sostenere una Guardia Costiera libica accusata di violazioni, portando a respingimenti forzati verso un Paese insicuro.

Migranti, dalla Libia l’88% di tutti gli arrivi via mare in Italia

Nei primi otto mesi dell’anno, stando alle indicazioni fornite nelle ultime ore dall’Unhcr, L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono stati registrati 42.693 arrivi via mare, un aumento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2024 (42.006). Da inizio 2025, la Libia è il primo paese di partenza con l’88% di tutti gli arrivi via mare in Italia (il 59% nei primi otto mesi del 2024).

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