La premier Giorgia Meloni si è recata oggi a Istanbul dove ha avuto un incontro trilaterale con il presidente della Repubblica turca, Recep Tayyip Erdogan, e con il primo ministro del Governo di Unità Nazionale della Libia, Abdulhameed Mohamed Dbeibah. La presidente del Consiglio ha discusso con i suoi interlocutori una serie di linee d’azione per combattere le reti criminali internazionali di trafficanti d’esseri umani, migliorare la prevenzione dei movimenti irregolari e sostenere la Libia nella gestione della pressione migratoria cui è sottoposta, come conferma una nota di Palazzo Chigi.

In particolare, discutendo con Erdogan e Dbeibah, Meloni ha trattato il rafforzamento della cooperazione “per rispondere alle sfide comuni, a partire da quella della gestione dei flussi migratori. Ricordando gli eccellenti risultati raggiunti in questo ambito con la Turchia”, Meloni “ha sottolineato l’opportunità di valorizzare le lezioni apprese, applicandole anche per il sostegno all’azione del Governo di Unità Nazionale libico in ambito migratorio”.

La premier ha ribadito l’impegno dell’Italia per la stabilità, l’unità e l’indipendenza della Libia e il sostegno a un processo politico, a guida libica e con la facilitazione delle Nazioni Unite, che conduca ad elezioni. I tre leader hanno concordato di continuare i lavori da subito a livello tecnico per individuare azioni concrete da condurre congiuntamente in un quadro di tempo ben definito, fa sapere ancora Palazzo Chigi.

I numeri della partnership italo-turca

L’Italia è il quinto partner commerciale della Turchia, il secondo in Europa dopo la Germania e il primo nel bacino del Mediterraneo. Il commercio tra i due Paesi ha superato i 32 miliardi di dollari nel 2024. Numeri che segnano una crescita del 15% rispetto al 2023.

 

L’accordo Leonardo-Baykar sulla costruzione di droni

È tuttavia il settore della difesa a essere finito sotto i riflettori: lo scorso 5 marzo, Leonardo e la turca Baykar (guidata dal genero di Erdogan, Selcuk Bayraktar, che ha acquisito Piaggio-Aerospace), hanno firmato un’intesa per una collaborazione nello sviluppo dei “velivoli senza pilota”. Una mossa che arriva in un momento in cui il dibattito sulla sicurezza è al centro della politica europea. Preoccupazioni su difesa e sicurezza che hanno riavvicinato Ankara all’Europa, grazie alla crescita dell’industria bellica turca degli ultimi anni.

 

La politica internazionale e le posizioni rispettive di Italia e Turchia

Oltre all’economia, anche la politica internazionale: la presenza di Dbeibah conferma i comuni interessi di Turchia e Italia nel Mediterraneo Orientale. Il comunicato libico conferma che l’importanza assunta da Ankara in Libia può essere una chiave sia nel contenimento dei flussi migratori che nelle future politiche energetiche.

Più complicata la situazione Medio Oriente: Erdogan non lesina attacchi a Israele e tiene vivo il dialogo con Hamas per un cessate il fuoco. Il leader turco insiste con la comunità internazionale affinché intensifichi la pressione sul governo israeliano ed è assai probabile che spinga con Meloni perché l’Italia si unisca al novero dei Paesi che riconoscono la Palestina.

Gli ultimi anni di relazioni tra Roma e Ankara, dal rapporto Berlusconi-Erdogan alla crisi con Draghi

Volendo riavvolgere il nastro si può dire che è stato il 2022 l’anno in cui le relazioni tra Italia e Turchia sono riprese a pieno regime. Dopo un timido ma significativo riavvicinamento negli anni del governo di Giuseppe Conte, a luglio 2022 un incontro interministeriale del governo dell’ex premier Mario Draghi ha segnato la fine di un digiuno che durava dal 2012, quando l’intero governo turco era stato ospite a Roma. Erano i tempi in cui a Palazzo Chigi sedeva Silvio Berlusconi, che con Erdogan, premier all’epoca dei fatti, costruì un rapporto di fiducia e amicizia, fino a divenire testimone di nozze del figlio del leader turco.

Nel vertice interministeriale del governo Draghi nel luglio 2022 di Ankara furono firmati nove protocolli di intesa. Sviluppo non scontato, considerata l’uscita dell’ex premier italiano, che ad aprile 2021 definì Erdogan “un dittatore” scatenando una crisi diplomatica. Crisi che non ha avuto ripercussioni per la vitale importanza che i due Paesi rivestono l’uno per l’altro.

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