A Bruxelles, dove Giorgia Meloni è arrivata questa mattina, si svolge il Consiglio europeo che raccoglie i capi di Stato o di governo dell’Ue. All’ordine del giorno ci sono diversi temi economici, ma la questione più ‘calda’ politicamente sarà quella del riarmo europeo, insieme all’Ucraina.

Per Giorgia Meloni si prospetta un Consiglio europeo complesso. Dopo le sue comunicazioni polemiche al Parlamento, che hanno acceso le opposizioni per le polemiche sul manifesto di Ventotene ma hanno anche evidenziato le distanze tra la premier e la Lega, la presidente del Consiglio è volata a Bruxelles, dove oggi e domani incontrerà i capi di Stato o di governo dell’Unione europea. Sul tavolo ci sono temi economici, ma soprattutto il riarmo dell’Ue e gli ultimi sviluppi sulle trattative in Ucraina.

Il riarmo europeo e la posizione dell’Italia

Il programma ufficiale cita come primo punto all’ordine del giorno la competitività economica: si parlerà di investimenti nell’industria, di energia, di sostegno al settore dell’automotive in crisi, e anche di politiche green. Ma è ben noto che la questione più ‘calda’ dal punto di vista politico è quella della difesa europea, e in particolare dei piani della Commissione Ue per un aumento della spesa militare.

Su questo, Meloni si trova a dover conciliare la spinta di Forza Italia (favorevole all’aumento, e anche in prospettiva a una difesa comune europea) e la linea anti-militarista e anti-europeista della Lega. Davanti al Parlamento, ci ha tenuto soprattutto a sottolineare che la spesa per la difesa non andrà necessariamente in acquisto di armi, ma anche verso altri settori. La sostanza, però, è che non è chiaro se e come l’Italia sia pronta a sostenere la proposta della Commissione, anche perché questa per il momento è ancora da definire.

Cosa ha detto Giorgia Meloni al Senato su riarmo europeo, Ucraina, dazi e migranti

Anche perché, guardando all’ordine del giorno del Consiglio, si legge che gli “ambiti d’azione prioritari” individuati dai leader europei sarebbero “difesa aerea e missilistica, sistemi di artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi antidrone, abilitanti strategici, mobilità militare, intelligenza artificiale, questioni cibernetiche e guerra elettronica”. Insomma, con alcune eccezioni, sembra che la priorità vada proprio alle “armi”. La Commissione europea ieri ha presentato il Libro bianco sulla difesa, che contiene un altro invito ad aumentare la spesa militare, gli acquisti congiunti tra più Paesi e privilegiare le industrie europee.

Le trattative sull’Ucraina e il rapporto con Trump

L’altra questione delicata è l’Ucraina. La svolta data da Donald Trump alle trattative ha visto l’Europa sostanzialmente tagliata fuori. Finora i leader europei hanno in parte accolto “con favore” (si legge ancora nel programma) l’iniziativa degli Stati Uniti, in parte chiesto di essere ammessi ai tavoli negoziali. L’Alta rappresentante Ue per gli affari esteri, Kaja Kallas, ha presentato un piano di aiuti militari a Kiev che vorrebbe far approvare, ma c’è scetticismo da parte di diversi Paesi, e l’Ungheria sicuramente si opporrà.

Al momento non c’è ancora un piano condiviso su cosa potrebbe succedere in Ucraina dopo un eventuale cessate il fuoco, o anche una pace. Francia e Regno Unito, come noto, spingono per una coalizione di Paesi ‘volenterosi’ che siano pronti in futuro a inviare anche i propri militari come parte di una missione per far rispettare i termini della pace. La proposta italiana sarebbe di estendere all’Ucraina l’articolo 5 del Trattato della Nato, sostanzialmente facendo sì che, se il suo territorio viene invaso, tutti i Paesi Nato si mobilitino. Ma è una linea che finora è stata bocciata sia dagli europei che dagli Stati Uniti.

Medio oriente, migranti e bilancio

Ci sarà spazio, poi, per altri temi. Si inizierà a parlare di Quadro finanziario pluriennale, ovvero sostanzialmente del bilancio europeo per i prossimi anni. Quello attuale scade nel 2027, e il prossimo andrà dal 2028 al 2034. È naturale pensare che, almeno in parte, anche questa conversazione sarà influenzata dalla prospettiva di prossime, importanti spese per il riarmo.

I leader europei si dovranno confrontare anche sulla situazione in Medio Oriente, dove gli attacchi di Israele a Gaza sono ripresi causando centinaia di morti anche tra donne e bambini. E, infine, sul tema delle migrazioni. La presidente Meloni in Parlamento ha rivendicato ancora una volta che grazie all’Italia – secondo lei – la questione è ‘tornata’ centrale nel dibattito europeo. In ogni caso, il vertice di questi giorni dovrebbe occuparsene solo in maniera marginale.

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