«L’Unione europea è garanzia della libertà e del progresso dei nostri popoli. Sono intollerabili narrative e atti che vorrebbero indebolire la sovranità e la libertà del popolo europeo e degli altri popoli»: di fronte a «sfide esistenziali» all’Unione europea nessun cedimento è permesso. Sergio Mattarella si trova nel cuore pulsante del Vecchio Continente, Bruxelles «la capitale dell’Europa», nella sua prima giornata della visita di Stato in Belgio.
Quale migliore occasione per piantare – sarebbe meglio dire “ripiantare” visti i suoi innumerevoli ammonimenti – paletti che impediscano una frana di intenti anche all’interno dell’Unione. Si parla di guerra, di aggressione, di quanto stiamo vedendo proprio all’interno dell’Europa. Il presidente Sergio Mattarella vola alto nel suo discorso in occasione della cena di Stato offerta da re Filippo nel castello di Laken. Addirittura cita il premio Nobel per la pace Henri la Fontaine che già nel lontano 1913 spiegava che “la guerra è il diritto che i popoli si sono arrogati di essere giudici, parti e carnefici nella propria causa”.
Non cita mai la Russia, ma le sue parole sono chiare e forse vanno ben oltre: «Oggi le istituzioni Europee si confrontano con sfide esistenziali. Regno del Belgio e Repubblica Italiana, forti dei loro valori e della loro storia democratica, possono sostenere l’Unione Europea in una fase storica in cui sfide globali vogliono porre in discussione principi fondanti della nostra stessa Unione e della convivenza pacifica tra i popoli. Non possiamo permetterci cedimenti», chiede poco prima di alzare il calice per un brindisi tutto dedicato alla forza dell’Unione. «In questi quasi settant’anni di vita l’Unione Europea ha difeso e promosso i nostri valori e i diritti dei nostri cittadini, creando l’area più vasta di democrazia e progresso sociale sin qui conosciuta», ripete ancora una volta.
Inizia come doveva essere questa visita di Stato in Belgio, Paese fondatore come l’Italia, amico ed europeista di ferro. Quanto basta per parlare chiaro tra amici. «L’Europa è la nostra casa e Bruxelles è la capitale di tutti», premette per spiegare in sostanza come la cifra fondante sia la democrazia, la difesa dei diritti e la libera attività parlamentare che la contraddistingue nel Mondo. Sergio Mattarella si concentra su questa nuova Europa che stenta ma non si arrende, che nelle strade di Bruxelles prende corpo nei palazzi istituzionali e vita nelle energie dei giovani provenienti da ogni parte d’ Europa. «Non posso tacere di una sensazione che tutti avvertiamo giungendo a Bruxelles, sentendoci a casa in quanto capitale d’ Europa», sottolinea il presidente della Repubblica osservando l’aula del Senato belga, austera e rassicurante con le sue poltroncine di velluto rosso.
Parla a lungo con i presidenti del Senato, Vincent Blondel, e della Camera, Peter De Roover e ricorda: «Per me è sempre particolarmente coinvolgente entrare nella sede di un Parlamento. Intanto perché sono stato per venticinque alla Camera dei deputati e ne avverto l’orgoglio, ma soprattutto perché il Parlamento è lo snodo fondamentale delle democrazie. E questo è il punto di protagonismo assoluto nella vita del nostro continente».