Marelli Holdings ha avviato una procedura volontaria di Chapter 11 presso il Tribunale fallimentare degli Stati Uniti per il Distretto del Delaware con l’obiettivo di ristrutturare in modo completo i propri obblighi di debito a lungo termine. Circa l’80% dei finanziatori della società, annuncia la società , ha firmato un accordo per sostenere la ristrutturazione, che ridurrà la leva finanziaria di Marelli e rafforzerà la sua posizione di liquidità. E’ stato ottenuto un impegno di 1,1 miliardi di dollari. Marelli “non si aspetta alcun impatto operativo” dal processo fallimentare e “l’azienda continuerà a lavorare a stretto contatto con i propri clienti, fornitori e partner”, spiega una nota del gruppo.
Ceo Slump: obiettivo rafforzare il bilancio convertendo il debito in capitale proprio
Oltre al finanziamento da 1,1 miliardi, l’accordo di sostegno alla ristrutturazione prevede una transazione globale di deleveraging attraverso la quale i finanziatori assumeranno la proprietà dell’azienda al momento dell’uscita dal Chapter 11. “In Marelli siamo stati proattivi nell’apportare i necessari aggiustamenti per stabilizzare la nostra posizione finanziaria, in modo da poter continuare a fornire benefici a lungo termine ai nostri stimati clienti, partner e dipendenti” dichiara David Slump, presidente e ceo di Marelli.
“Siamo soddisfatti dei nostri recenti progressi e della nostra redditività, ma le pressioni del mercato a livello industriale hanno creato una carenza di capitale circolante che deve essere affrontata. Dopo un attento esame delle alternative strategiche dell’azienda, abbiamo deciso che l’ingresso nel processo di Chapter 11 è la strada migliore per rafforzare il bilancio di Marelli convertendo il debito in capitale proprio, assicurando al contempo che continuiamo a operare come sempre”. Il processo fallimentare, spiega Slump, “fornisce l’accesso a nuova liquidità per finanziare la nostra crescita a lungo termine e la nostra pipeline di innovazione, e garantisce che i nostri clienti e partner in tutto il mondo possano continuare a fare affidamento su Marelli per la consegna puntuale di tecnologie avanzate che danno forma ai veicoli del futuro”.
La mancata acquisizione da parte del gruppo indiano Motherson
Marelli è nata nel 2019 dalla fusione di Magneti Marelli e della giapponese Calsonic Kansei. Fiat Chrysler (FCA), ora parte di Stellantis, ha venduto Magneti Marelli a Calsonic Kansei, di proprietà di KKR, per 5,8 miliardi di euro (6,6 miliardi di dollari).
Marelli aveva presentato un piano di ristrutturazione che prevedeva l’acquisizione da parte del gruppo indiano Motherson, ha riferito il mese scorso il quotidiano Nikkei, aggiungendo che la proposta non era in grado di colmare il divario tra i creditori giapponesi e quelli stranieri.