In pensione a 64 anni con la rendita dell’integrativa e 5 anni in più di contributi

Per i lavoratori “interamente contributivi” sarà possibile accedere al canale di pensionamento anticipato con almeno 64 anni di età grazie a un “ponte” con la previdenza integrativa. Allo stesso tempo però la soglia di contributi richiesti salirà, dal primo gennaio, da 20 anni a 25 per poi lievitare ulteriormente a 30 anni di versamenti dal 2o30. Niente da fare invece in manovra per l’apertura di un nuovo semestre per la scelta da parte del lavoratore di spostare il trattamento di fine rapporto dall’azienda alla previdenza complementare con la regola del silenzio-assenso. La proposta di modifica di Fratelli d’Italia alla legge di bilancio, infatti, non è entrata nella legge di bilancio durante l’esame in commissione alla Camera. Si starebbe comunque ragionando sull’ipotesi dell’inserimento in un altro provvedimento.

Ok a norma stipendi ministri, rimborsi per trasferte

Ha impiegato parecchio tempo a trovare pace anche il testo sull’aumento delle buste paga dei ministri e sottosegretari non parlamentari, accoppiato nello stesso emendamento. alla norma “anti-Renzi” che frena gli incarichi extra-Ue di componenti del Governo, deputati, senatori e presidenti di Regione. Sul primo fronte tramonta lo stop all’equiparazione dei compensi dei ministri non parlamentari a quelli dei colleghi eletti, e prevede solo il «diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni». La barriera agli incarichi esterni invece si fa più solida, bloccando anche le consulenze intermediate da persone fisiche o società residenti nella Ue. In pratica, scompare la possibilità di aggiramento tramite attribuzione dell’incarico a una società italiana che poi si sarebbe avvalsa dell’opera del diretto interessato. Gli incarichi, previa autorizzazione dell’organismo di appartenenza, saranno possibili per compensi solo fino a 100mila euro, ma non per i componenti del Governo. Il testo finale esclude dallo stop i parlamentari eletti all’estero:

Arrivano altri fondi al Ponte: +1,4 miliardi

Cambia il quadro finanziario del Ponte sullo Stretto di Messina, che vede salire il conto poco sopra i 12 miliardi e riceverà 3,882 miliardi dal Fondo di sviluppo e coesione, invece dei 2,318 miliardi previsti fin qui, alleggerendo il peso a carico del bilancio statale. altri 1,096 miliardi finiscono a Ferrovie per il fabbisogno finanziario delle opere Pnrr e 1,334 miliardi irrobustiscono il contratto di programma di Rfi. Un miliardo in più va alla Tav Torino-Lione.Altri 708 milioni vanno al piano nazionale per le infrastrutture idriche.

Un miliardo in più per la Tav

Oltre all’incremento delle risorse per il Ponte, anche attraverso lo strumento del Fondo di sviluppo e coesione, arrivano fondi anche ad altre infrastrutture, dalla Tav alla Sibari-Catanzaro e a Ferrovie. Lo prevede l’emendamento della Lega riformulato e approvato in commissione Bilancio. Si tratta, tra l’altro, di un miliardo in più alla Tav Torino-Lione e di un altro a Ferrovie per le opere Pnrr. Altri 200 milioni vanno alla Sibari Catanzaro e 708 milioni vengono destinati al settore idrico e 36 alla diga di Campolattaro.

Bonus casa resta al 50%, ma c’è la stretta sulle caldaie

 Il bonus per ristrutturare casa e l’ecobonus per la riqualificazione energetica restano al 50% per il 2025 per le prime case, e al 36% per le seconde, ma con una stretta sulle caldaie alimentate a combustibili fossili che non potranno essere più portate in detrazione.

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