Nessun gesto provocatorio o irrisorio nei confronti degli avversari, ma sono una grandissima commozione per Diogo Costa premiato come migliore in campo: “Mi ammazzo di lavoro, volevo aiutare la mia squadra”

L’uomo copertina resta ancora Cristiano Ronaldo, ma a trascinare il Portogallo questa volta sono state le parate di Diogo Costa. Nel momento più difficile per la sua nazionale è salito in cattedra, prendendosi tutte le luci dei riflettori e quel pezzo di popolarità che troppo spesso gli è mancata quando si parla dei grandi portieri in Europa. Il numero uno del Porto ha parato tutti i rigori della Slovenia e alla fine della partita, quando è stato premiato come migliore in campo, non è riuscito a trattenere le lacrime di commozione per l’enorme traguardo raggiunto.

Il Portogallo deve a lui il passaggio ai quarti di finale degli Europei, specie dopo uno scialbo 0-0 contro gli sloveni che si è protratto fino alla fine dei supplementari. E se a segnare la partita ci hanno pensato gli interventi di Oblak e le lacrime rabbiose di Cristiano Ronaldo, ai calci di rigore l’unico protagonista è stato Diogo Costa che alla fine ha accolto le ovazioni con immensa umiltà.

Le lacrime di Diogo Costa dopo i rigori

Se mentre parava i calci di rigore alla Slovenia era freddo, glaciale e chirurgico, nel post partita il portiere si è sciolto davanti al premio di migliore in campo. Meritatissimo dopotutto, dato che è stato l’unico nella storia degli Europei a parare tutti i rigori agli avversari: un primato che gli fa grande onore e che lo ha portato alla ribalta nel momento decisivo per il Portogallo che forse si immaginava già sull’aereo di ritorno.

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Diogo Costa non ha trattenuto le lacrime mentre attendeva il suo premio, pervaso dalle tantissime emozioni di una serata storica per lui e tutta la sua nazione. Ma nonostante tutto è rimasto con i piedi per terra, puntando sull’umiltà anche mentre descriveva le emozioni che ha provato durante la partita:È una motivazione in più, da parte mia il lavoro non mancherà mai. Mi ammazzo di lavoro, credo in me stesso e sono grato alla mia famiglia. Era la partita in cui ho potuto aiutare di più la mia squadra ed è su questo che mi concentro”.

Nessun segreto da nascondere per il portiere che è rimasto concentrato anche davanti alle difficoltà: “Da parte mia queste sono le partite più difficili, passiamo sempre molto tempo senza toccare la palla e io mi sono concentrato solo nel fare in modo che, se ci fosse stata l’occasione, sapessi come approfittarne“.

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