Una puntura ogni 2 mesi per prevenire l’Hiv. Grazie alla collaborazione tra l’Ospedale Sacco di Milano e l’Istituto Spallanzani di Roma si prospetta “una svolta epocale” nella lotta al virus dell’Aids, annuncia lo Spallanzani in vista della Giornata mondiale del primo dicembre.
La novità riguarda la profilassi pre-esposizione o PrEP. “Per la prima volta in Italia è possibile accedere a una nuova strategia: la PrEP iniettiva. Questa innovativa profilassi prevede una singola iniezione di cabotegravir, un nuovo inibitore delle integrasi di Hiv, ogni 2 mesi, garantendo alti livelli protettivi contro il virus e offrendo maggiore comodità e rispetto dell’aderenza rispetto alla formulazione orale” di PrEp, spiegano dall’Irccs capitolino.
La profilassi pre-esposizione
La profilassi pre-esposizione – ricorda lo Spallanziani in una nota – è un modo per prevenire l’infezione da Hiv per le persone che non hanno contratto il virus, ma che sono ad altissimo rischio.
La PrEP consiste nell’assunzione di farmaci antiretrovirali e, se fatta quotidianamente o secondo lo schema indicato dal medico specialista, è molto efficace nella prevenzione dell’Hiv.
Dal 2023 la PrEP per via orale è disponibile e rimborsata dal Servizio sanitario nazionale, ma l’assunzione quotidiana di una compressa al giorno in modo continuativo o al bisogno ha rappresentato un limite alla sua diffusione tra le popolazioni a rischio e ha creato molti problemi di aderenza e di interruzione della profilassi, non risultando facilmente accessibile a diverse popolazioni chiave. Da qui l’importanza della nuova opzione.
Il programma pilota
“Il programma di accesso controllato pilota di Spallanzani e Sacco prevede in questa prima fase un numero di dosi necessarie per 800 persone, non essendo il farmaco rimborsato – si legge in una nota – e sarà riservato a persone a rischio che sono escluse dalla PrEP orale per difficoltà di accesso, intolleranza, bassa aderenza o interruzione dei farmaci utilizzati nella PrEP orale”.
“Gli studi dimostrano che la PrEP iniettiva è significativamente più efficace nel prevenire le nuove infezioni rispetto alla PrEP orale, e migliora in modo significativo l’aderenza, aprendo nuove prospettive nella prevenzione dell’Hiv”, rimarca lo Spallanzani. Gli esperti sperano che questa soluzione contribuisca a “ridurre drasticamente i contagi, ad avvicinarsi all’obiettivo di sconfiggere l’epidemia una volta per tutte e arrivare al traguardo delle zero nuove diagnosi di Hiv che le Nazioni Unite hanno fissato come Obiettivo di sanità pubblica a livello globale per il 2030”.