Il traghetto per lo spazio di D-Orbit. E poi il lanciatore Vega di Avio, le reti di ascolto di Leaf Space, i satelliti costruiti da Argotec, la Space Factory di Thales Alenia Space. Filiera robusta, quella spaziale italiana, rilanciata ora dagli 1,2 miliardi allocati attraverso il Pnrr e che nell’ambito dell’Osservazione della Terra in senso stretto sviluppa ancora una volta tassi di crescita a doppia cifra. La fotografia annuale scattata dall’Osservatorio sulla Space Economy del Politecnico di Milano offre un quadro dinamico e virtuoso, con l’Italia inserita a pieno titolo all’interno di un mercato globale in forte crescita, grazie all’espansione delle attività spaziali, ma anche alla contaminazione con altri settori economici. Mercato che nel mondo sfiora già oggi un valore di 600 miliardi di dollari, con una previsione di arrivare a quota 944 miliardi entro il 2033, trainato soprattutto da soluzioni nelle telecomunicazioni e nella navigazione satellitare.
L’Osservazione della Terra in senso stretto, è stimata per l’Italia valere 290 milioni di euro, un progresso del 28% rispetto all’anno precedente, passo doppio rispetto a quello dello scorso anno.
Domanda di dati ben visibile nei numeri di Leaf Space, che fornisce connettività scaricando dati dai satelliti attraverso la sua rete di ascolto: se nel 2021 erogava 3mila minuti di connettività al mese, oggi arriva a 150mila minuti.
Evoluzione della domanda che ad oggi nell’Osservazione terrestre è però legata in Italia al ruolo predominante della componente pubblica: oltre tre quarti del valore (77%, +6p.p. rispetto al 2023) proviene da commesse di clienti istituzionali, mentre solo il 23% è stato registrato in risposta alla domanda di grandi imprese, Pmi e startup.
Trend che evidentemente risente pesantemente della messa a terra del Pnrr, veicolato attraverso attori istituzionali pubblici. In linea con l’attuale contesto geopolitico, si evidenzia un significativo aumento nell’ambito militare e della sicurezza pubblica. Questo ambito arriva a pesare il 30% del mercato complessivo (+20 p.p. rispetto al 2023). Al secondo posto troviamo un altro comparto pubblico, quello dell’ambiente e fauna selvatica, che rappresenta il 17% del fatturato, mentre al terzo gradino del podio si posiziona il primo settore privato, quello dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, con una quota pari al 16% del valore complessivo.