Promuovere il trasporto intermodale (camion+treno, nave+camion, nave+treno) attraverso gli incentivi statali. Ma per risultare pienamente efficaci è necessario incrementare ad almeno 100 milioni di euro l’anno le dotazioni finanziarie di Sea modal shift (ex Marebonus) e Ferrobonus per ciascuna misura. Nel 2022, anno in cui non è stato erogato l’incentivo Marebonus, si è assistito a un incremento del traffico dei camion su rete Anas del 4% rispetto al 2019. Inoltre, con riferimento all’intermodalità marittima, sarà fondamentale che le risorse provenienti dalla tassazione Ue sulle emissioni Ets (Emission trading scheme) siano reinvestite dal governo italiano interamente nel settore marittimo, contribuendo per esempio ad aumentare la dotazione finanziaria destinata proprio al Sea modal shift, perché «ciò che proviene dal mare deve ritornare al mare».

La relazione di Grimaldi

Questi i passaggi salienti della relazione che Guido Grimaldi, presidente di Alis (Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile), svolgerà, oggi, all’assemblea generale dell’associazione in programma a Roma. È annunciata la presenza, tra gli altri, dei ministri Antonio Tajani (Esteri), Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti), Guido Crosetto (Difesa), Daniela Santanchè (Turismo). Alis, nata nell’ottobre 2016, rappresenta oltre 2.300 imprese (tra marittimi, autotrasportatori, operatori ferroviari e professionisti della logistica), con circa 320mila lavoratori e 90 miliardi di fatturato aggregato. Al momento, Sea modal shift e Ferrobonus dispongono di una dotazione finanziaria rispettivamente di 60 e 50 milioni di euro spalmati in parti uguali su cinque anni, fino a tutto il 2026. In particolare, il Sea modal shift è l’incentivo rivolto alle imprese di autotrasporto merci che scelgono di effettuare i loro viaggi su rotte marittime appositamente individuate dal ministero dei Trasporti (Mit) in alternativa al tutto-strada.

Dice Grimaldi: «Il trasporto sostenibile e in particolare quello intermodale rappresenta una delle principali leve di competitività e di cambiamento che possono far crescere le nostre imprese attraverso l’integrazione tra le differenti modalità di trasporto, riducendo così l’impatto ambientale, la congestione stradale, il rischio di incidentalità e migliorando l’efficienza delle catene logistiche e la vita dei cittadini. Esempi attuali e concreti promossi dalle nostre imprese – continua il presidente di Alis – sono i nuovi collegamenti ferroviari verso la Germania e la nuova linea marittima tra Italia e Turchia, che favoriscono ulteriormente gli scambi commerciali verso Nord Europa e Asia».

Secondo i dati Eurostat, nel 2023 il trasporto intermodale delle merci in Europa ha registrato una crescita del 4,5% rispetto all’anno precedente. Con riferimento all’attività dei soci Alis che operano nell’intermodalità marittima e ferroviaria, il centro studi dell’associazione insieme a Srm ha elaborato le seguenti stime, riferite all’anno 2024: 6 milioni di camion risultano sottratti alle autostrade italiane grazie ai trasporti intermodali; 143 milioni di tonnellate di merci trasferite dalle autostrade verso l’intermodalità, attraverso la rete nazionale dei porti e degli interporti; 5,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 abbattuti. Aggiunge Grimaldi: «Negli ultimi dieci anni il traffico Ro-Ro ha conosciuto una notevole crescita nei porti italiani, registrando un incremento del 56% e confermando così che la penisola italiana è una infrastruttura naturale e vanta una posizione strategica nel Mediterraneo».

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