L’ultimo rapporto dell’Inps sul mercato del lavoro in Italia segnala che l’occupazione continua a salire, come avviene dal 2021, ma nell’ultimo anno ha rallentato. Il numero di nuovi contratti fissi è stato più basso rispetto all’anno scorso, quello contratti stagionali o intermittenti è salito. E lo stesso vale per i lavoratori in cassa integrazione: oltre 120mila in più in un anno.

L’occupazione in Italia continua ad aumentare. Tuttavia, alcune criticità ci sono. Da gennaio a settembre 2024 le assunzioni nel privato sono state meno di quante fossero state nello stesso periodo del 2023. Rispetto ad allora, in questi nove mesi ci sono stati meno contratti a tempo indeterminato, mentre sono cresciuti quelli intermittenti e anche gli stagionali. Per di più, è aumentato di oltre 120mila persone la conta dei lavoratori in cassa integrazione. A riportarlo è il nuovo rapporto dell’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps.

Meno contratti a tempo indeterminato, più intermittenti

Nei primi nove mesi dell’anno ci sono stati 6 milioni e 221mila assunzioni nel privato. È un numero significativo, anche se più basso dell’1,7% rispetto al 2023. Facendo la differenza assunzioni e licenziamenti, il bilancio è comunque positivo: a settembre 2024 c’erano 406mila persone in più con un lavoro rispetto a un anno prima. Anche qui, però, c’è un motivo se l’Inps parla di un andamento positivo “anche se in rallentamento”. A marzo, il saldo positivo era di oltre 500mila persone occupate.

È sceso il numero di nuovi contratti a tempo indeterminato: sono stati circa 986mila, il 5,8% in meno dell’anno prima. Scesi anche gli apprendistati (-9,6%) e i contratti a somministrazione (-3,2%), in leggero calo anche quelli a tempo determinato che sono la maggior parte (2,78 milioni, l’1,1% in meno).

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Al contrario, l’aumento si è registrato in due categorie di contratti precari e che offrono meno garanzie ai lavoratori. Infatti, i rapporti di lavoro stagionale sono aumentati (lievemente, dello 0,5%) e lo stesso vale per quelli intermittenti: +4,7%. È sceso anche il numero di contratti a tempo determinato trasformati in tempo indeterminato: -5% rispetto al 2023, per un totale di 557mila.

Il numero di rapporti di lavoro terminati è rimasto più o meno lo stesso, circa 5,6 milioni. Ma in questa platea sono diminuite sia le dimissioni (-3%) che i licenziamenti disciplinari (-5%), mentre sono cresciuti i licenziamenti legati a difficoltà o esigenze economiche dell’azienda (+7%).

Cassa integrazione e lavoro part time

Un aspetto che viene talvolta dimenticato, nei numeri sull’occupazione, è quello dei lavoratori in cassa integrazione. A settembre 2024 erano ben 345mila i cassaintegrati. Un anno prima, a settembre del 2023, erano 217mila.

Resta piuttosto alta la percentuale di contratti part time. Tra i contratti a termine è cresciuta al 38%, mentre tra quelli a tempo indeterminato è rimasta stabile al 32%. Guardando solamente al periodo da luglio a settembre di quest’anno, la percentuale è stata alta decisamente elevata: il 39,95% di tutti i nuovi contratti, praticamente uno su quattro. È un dato leggermente più alto dello stesso periodo del 2023, quando la percentuale era stata del 38,67%.

Quali settori assumono di più

L’Inps fa anche sapere quali sono i settori in cui ci sono state più assunzioni. Si tratta, spesso, di quegli ambiti in cui c’è più rotazione, quindi il numero di assunzioni è particolarmente alto. Al primo posto ci sono alberghi e ristoranti, con 92mila persone. Segue il terziario professionale con 77mila, poi il commercio con 74mila. Si è ridotto, invece, il numero di assunti nell’edilizia: ‘solo’ 44mila.

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