L’intera superficie del nucleo interno della Terra o solo alcune sue parti si starebbero deformando: lo suggeriscono i risultati di un nuovo studio sui terremoti, da cui emergono alcune variazioni nelle coppie di onde sismiche che attraversano il nucleo interno del pianeta e che non possono essere spiegate dalla sola rotazione.

Il nucleo interno della Terra è la sfera calda e densa di metallo solido che ruota all’interno di un involucro esterno fuso / Photo iStock

Il nucleo interno della Terra, la sfera calda e densa di metallo solido che ruota all’interno di un involucro esterno fuso, può rallentare fino al punto di fermarsi e invertire la direzione di rotazione, ma potrebbe anche cambiare forma: lo suggeriscono i risultati ottenuti dal team di ricerca guidato dal sismologo John Vidale della University of Southern California di Los Angeles, presentati in occasione del congresso annuale dell’American Geophysical Union che si è tenuto a Washington dal 9 al 13 dicembre 2024.

Secondo i ricercatori, che hanno studiato le onde sismiche di terremoti ripetuti che attraversano il nucleo interno della Terra, ci sarebbero infatti alcune variazioni in almeno 10 coppie di onde sismiche tra il 1991 e il 2024 che indicherebbero “che sta accadendo qualcosa di più della semplice rotazione” ha affermato Vidale. “Probabilmente – ha aggiunto l’esperto – la superficie del nucleo interno della Terra si sta deformando, sotto la forza del flusso del nucleo esterno adiacente e l’attrazione gravitazionale dovuta alle disomogeneità del mantello”.

Il nucleo interno della Terra si starebbe deformando

È possibile che l’intero nucleo interno della Terra si stia deformando o, in alternativa, che alcune parti della sua superficie si stiano gonfiando o contraendo. Ma è anche possibile che si stiano verificando entrambi i processi, sebbene i dettagli precisi di quali forze siano coinvolte in questo cambiamento di forma debbano essere ancora accertati.

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Ciò che però è confermato, è il modello di rotazione del nucleo interno, per il quale all’inizio del 2023 i geofisici avevano suggerito un rallentamento e un probabile stallo, probabilmente associato a un’inversione nella rotazione rispetto al 2009. All’inizio del 2024, il team di Vidale ha confermato l’inversione, il che ha consentito di verificare l’esistenza di altri cambiamenti.

Per studiare il nucleo interno della Terra, i ricercatori analizzano solitamente i terremoti ripetuti che si verificano nelle isole Sandwich australi, vicino all’Antartide, e che attraversano il nucleo interno della Terra, per poi essere rilevati esattamente sul lato opposto del pianeta, in Alaska, dove gli strumenti registrano le onde sismiche come firme ondulatorie chiamate forme d’onda, contenenti informazioni su ciò che le onde stesse incontrano nel loro viaggio attraverso la Terra.

Nel nuovo studio, Vidale e colleghi hanno analizzato circa 200 coppie di terremoti  che si sono verificati dal 1991 al 2024, note come doppietti – coppie terremoti di dimensioni simili che verificano in uno stesso luogo ma in momenti diversi e attraversano il nucleo interno della Terra. Di questi doppietti, dieci hanno mostrato differenze nella forma d’onda rilevata in Alaska, nonostante i modelli di rotazione del nucleo interno suggerissero che durante quegli eventi il nucleo interno si trovasse in una stessa posizione.

La spiegazione più semplice è che i cambiamenti siano molto probabilmente dovuti alla deformazione superficiale del nucleo interno – ha spiegato Vidale – . Questa deformazione potrebbe essere causata dall’accoppiamento tra la topografia del confine del nucleo interno e le anomalie della densità del mantello o dalla trazione sul nucleo interno esercitato dalla convezione del nucleo esterno”.

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