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Notiziario

Il governo indiano ha deciso che lo smartphone non è più solo un oggetto privato. Con un ordine riservato del 28 novembre scorso, il ministero delle Comunicazioni ha imposto a tutti i produttori di telefoni di pre-installare l’app pubblica “Sanchar Saathi” su ogni nuovo dispositivo venduto nel Paese, senza possibilità per gli utenti di disinstallarla, e di spingerla anche sui modelli già in circolazione tramite aggiornamenti software. Per il governo, una risposta necessaria all’esplosione delle frodi digitali; per alcuni osservatori, una nuova fase nel rapporto tra cittadini, tecnologia e potere nello Stato più popoloso del mondo.

Novanta giorni per avere l’app di Stato in tasca

La direttiva, resa pubblica solo dopo un’inchiesta di Reuters e la diffusione del testo integrale da parte di giornalisti e siti specializzati, si appoggia alle Telecom Cyber Security Rules 2024 – il regolamento indiano che dà al governo la base legale per imporre obblighi di cybersicurezza a chi opera nelle telecomunicazioni – modificate nell’ottobre 2025. Ai produttori – da Apple a Samsung, da Xiaomi a Vivo e Oppo – vengono concessi 90 giorni per assicurare che ogni nuovo smartphone destinato al mercato indiano esca di fabbrica con “Sanchar Saathi” pre-installata, ben visibile al primo avvio e con tutte le sue funzioni attive. Per i telefoni già prodotti e in catena di vendita, l’esecutivo “sollecita” l’invio dell’app tramite aggiornamento software; i produttori dovranno anche presentare un rapporto di conformità entro 120 giorni, con la minaccia di sanzioni ai sensi del Telecommunications Act 2023 e delle stesse Cyber Security Rules.

È a tutti gli effetti un’app di Stat obbligatoria, che entra nello strato più profondo dell’esperienza digitale degli utenti. L’ordine è stato inviato privatamente ad aziende selezionate, senza passare da un dibattito parlamentare né da una consultazione pubblica: un dettaglio che alimenta le critiche sulla trasparenza e sulla proporzionalità di una misura così invasiva.

Che cos’è “Sanchar Saathi” e perché piace al governo

“Sanchar Saathi”, lanciata all’inizio del 2025 come un’iniziativa «incentrata sulle esigenze dei cittadini» del Dipartimento delle Telecomunicazioni, è pensata per proteggere gli utenti da furti di telefoni, SIM fasulle e truffe via chiamata o messaggio. Sul portale istituzionale, il governo la descrive come una piattaforma che permette di bloccare e tracciare i dispositivi rubati, controllare quante SIM sono intestate al proprio nome, verificare l’autenticità di un telefono attraverso il codice IMEI e segnalare chiamate internazionali che si mascherano da numeri indiani.

Nei mesi scorsi, New Delhi ha rivendicato numeri importanti: oltre 7 lakh (700.000) telefoni recuperati in totale, più di 50.000 solo nel mese di ottobre 2025, e una crescita delle restituzioni tale che, secondo il governo, «più di un telefono al minuto» verrebbe recuperato in tutto il Paese grazie alla piattaforma.

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