Queste elezioni hanno due vincitori. Il primo è Marco Bucci ovviamente. Il secondo è Giorgia Meloni perché è stata la premier a imporre la candidatura del sindaco di Genova, l’uomo del fare, in prima fila nella ricostruzione del ponte Morandi, per superare l’ombra dell’inchiesta di corruzione che ha travolto la giunta Toti. Una scelta alla fine rivelatasi decisiva e vincente, che conferma anche una sorta di imbattibilità in questa fase della premier e del centrodestra. A maggior ragione se questa vittoria arriva a poco più di un mese dal patteggiamento a due anni per corruzione di Giovanni Toti e dopo la presentazione di una manovra che certo non può definirsi elettorale.

Fdi perde quasi 12 punti

E poi scommettere su Bucci non è avvenuto a costo zero. Rispetto alle Europee Fdi ha perso quasi 12 punti lasciando al Pd il primato con quasi il doppio dei voti rispetto ai Fratelli di Meloni. Probabilmente perché è stato proprio il partito della premier a sostenere più di altri del centrodestra le due civiche a favore del sindaco che – va sottolineato – ha perso proprio nella sua città, Genova, dove il caso Toti ha avuto il suo abbrivio e il suo apice.

Gli sconfitti

Anche gli sconfitti sono più di uno. Oltre ad Andrea Orlando tra i perdenti illustri al primo posto c’è Giuseppe Conte e subito dopo Elly Schlein. L’indice è puntato anzitutto sul leader M5s che prima con il veto su Matteo Renzi e Italia Viva e poi con lo scontro alla vigilia del voto con Beppe Grillo, genovese Doc, non ha certo favorito il candidato del campo largo. Ad essere più scottati però sono molto più i dem. Orlando è uno dei massimi dirigenti del Pd. La sua è una sconfitta che brucia. Perdere nonostante il caso Toti significa che l’elettorato ha comunque ritenuto più credibile il centro-destra rispetto alla coalizione che ha sostenuto Orlando. C’è un dato significativo a confermarlo: alle Europee di giugno (dove si votava con il sistema proporzionale e non c’erano coalizioni) la somma dei partiti del centro-sinistra superava il 47% che diventa 50 aggiungendo anche i renziani mentre il centrodestra è rimasto fermo al 44%.

Il prossimo test in Umbria ed Emilia Romagna

Ai blocchi di partenza dunque il Campo largo aveva diversi punti di vantaggio . C’è stata quindi un importante recupero da parte del centrodestra e non c’è dubbio che sia da attribuire alla scelta di Bucci. Adesso l’attenzione si sposta immediatamente su Emilia Romagna e Umbria dove si voterà tra una ventina di giorni. Il centrosinistra confidava nella tripletta. La Liguria segna una pesante battuta d’arresto destinata a riflettersi anche sul test del 17-18 novembre perché investe direttamente la tenuta dell’attuale alleanza.

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