Hanno fatto il giro del mondo le immagini terrificanti dell’airone con un contenitore di plastica incastrato nella gola. Le aveva postate sui social media il veterinario brasiliano Jeferson Pires nella speranza di localizzarlo, catturarlo e curarlo. Così è stato e l’uccello ha finalmente spiccato il volo a Rio de Janeiro, distendendo le ali e sorvolando il fiume dopo l’intervento che lo ha salvato da una morte quasi certa. 

“Se Dio vuole, non troverà né plastica né bicchieri lungo il cammino”, ha adetto Pires, che per primo aveva avvistato lo sfortunato animale. “L’ho anestetizzato, ho pulito la ferita, ho visto che era molto piccola. Più simile a una dermatite da contatto da un’altra piccola puntura alla base del collo, probabilmente causata da un pesce che deve aver provato a ingoiare senza riuscirci a causa del contenitore incastrato. A parte questo stava benissimo. Tutti i suoi esami erano eccellenti”.

Il logo di una popolare bevanda al gusto di guaranà era chiaramente visibile sulla gola dell’airone. La missione per salvarlo ha scatenato un’ondata di proteste in Brasile per l’impatto dell’inquinamento da plastica sulla fauna selvatica.

“Quello che abbiamo visto con questo airone è quanto questi animali siano colpiti dalla plastica”, ha detto l’ambientalista Isabelle de Loys dopo la liberazione dell’uccello, diventato un simbolo per gli ambientalisti grazie anche all’ampia copertura mediatica. 

L’uccello, noto come airone Cocoi, la specie più grande di airone trovata in America Latina, è strettamente imparentato con l’airone azzurro maggiore.

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