L’ex ct della nazionale atterrito dalla sentenza: dovrà scontare 20 anni di prigione per aver intascato mazzette. La sua condanna mostrata in diretta TV dall’emittente pubblica cinese.

Vent’anni di carcere duro. In Cina non hanno alcuna pietà né cercano accomodamenti o accordano sconti di pena contro chi trucca le partite di calcio. Li Tie è l’ex calciatore (in carriera ha vestito anche le maglie di Everton e Sheffield in Inghilterra) ed ex selezionatore della nazionale condannato per aver aggiustato i risultati degli incontri. Non è l’unica violazione che gli è stata imputata, aveva perfino imposto una sorta di “pizzo” per selezionare i giocatori oppure pagato lui stesso perché lo scegliessero come allenatore al posto di qualcun altro. Oggi 57enne, uscirà da dietro le sbarre quando sarà quasi 80enne.

Il processo subito da Li Tie ha destato molto scalpore al di là della Grande Muraglia, sia per la portata della corruzione (che s’è rivelata molto più diffusa di quanto s’immaginasse) sia per il livello delle persone coinvolte (anche dirigenti importanti della stessa federazione oltre che di club) sia perché l’ex tecnico è stato in passato uno dei calciatori cinesi più conosciuti all’estero. E questo spiega la maggiore severità della sanzione emessa e la ‘ferocia’ a mo’ di esempio implacabile con la quale l’informazione ha dato risalto alla notizia.

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La pronuncia della sentenza su caso di Li Tie è stata mostrata in diretta dalla televisione pubblica CCTV: ha mandato in onda l’immagine dell’ex calciatore che, in piedi dietro il banco degli imputati, ha ascoltato il verdetto letto dal giudice del tribunale popolare di Xianning, città della provincia di Hubei. Indossava una felpa nera con un cappuccio ed era affiancato da due agenti di polizia: per aver intascato una somma complessiva di circa 7 milioni di euro, frutto delle malversazioni ordite in tanti anni, adesso resterà in cella per un bel po’.

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La sua vicenda è stata raccontata anche in un documentario sulla corruzione nel calcio cinese che a volte propone programmi durante i quali sono mostrate le confessioni dei sospettati prima delle udienze processuali. È toccato anche a Li Tie dire tutto davanti alla telecamera, come fosse già in aula per l’udienza subendo di fatto un processo pubblico. Una pratica abbastanza diffusa nel Paese e spesso denunciata come violazione dei diritti umani.

La condanna di Lie Tie è solo l’apice di un’operazione anti-corruzione che il governo cinese ha scatenato di recente, annunciano anche altre pesanti provvedimenti nei confronti di ex dirigenti del mondo del calcio e dello sport. Mercoledì l’ex segretario generale della Federcalcio cinese, Liu Yi, è stato condannato a 11 anni di carcere per corruzione. Per lo stesso reato l’ex capo per la gestione degli arbitri della Federazione, Tan Hai, è stato condannato a sei anni e mezzo. A marzo scorso l’ex  presidente della Federazione, Chen Xuyuan, era stato punito con l’ergastolo.

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