All’emergenza nocciole Ferrero risponde con l’Hazelnut Agronomy Program promosso insieme a IIs (European Institute of Innovation for Sustainability) e Conaf (Consiglio nazionale dei dottori agronomi e Ffrestali). Si tratta di un percorso formativo gratuito messo a punto per agronomi, tecnici e giovani talenti della filiera italiana sostenuto da Ferrero Hazelnut Company, la divisione interna al Gruppo Ferrero dedicata alla filiera del nocciolo a libello globale.

«Ci sono cambiamenti climatici in atto che rappresentano un rischio per la coltivazione di nocciole, a cominciare dall’Italia – sottolinea Marco Botta, general manager di Ferrero Hazelnut Company – e ci siamo chiesti cosa fare per sostenere la filiera, in particolare quella italiana, e abbiamo scelto di investire in conoscenza». La risposta sono pratiche agronomiche sostenibili, capaci di dare «a filiera e farmer la possibilità di sviluppare rimedi capaci di contrastare cambiamenti climatici e fitopatie connesse», senza dimenticare il tema dell’acqua, con modelli sviluppati da Ferrero, spiega Botta, «in grado di ottimizzare l’irrigazione dei noccioleti, un tema che sarà sempre più rilevante come quello di contenere al massimo l’uso di fertilizzanti e sostenere pratiche di agricoltura rigenerativa». In questa direzione vanno le sei Demo farm aperte dal Gruppo per sviluppare tecniche innovative nella pratica agricola.

L’iniziativa punta ad aumentare le competenze e la resilienza dell’intera filiera della nocciola, radicata in Italia e diffusa storicamente tra Turchia e aree mediterranea, con una importante appendice in Cile e Stati Uniti. La coltivazione della nocciola in Italia è in una fase critica, con un calo del raccolto stimato quest’anno da 100-110mila tonnellate a 60mila. Una crisi contingente che però arriva dopo un periodo di contrazione dei volumi coltivati in Italia. Il Paese nel complesso garantisce circa l’8% della produzione globale di nocciole, il Gruppo acquista nocciole da 10 paesi, attraverso l’interlocuzione diretta con più di mille fornitori e conta su 8 impianti di lavorazione delle nocciole.

L’iscrizione al programma offerto da Ferrero è aperta fino a fine novembre, ha ottenuto finora oltre un centinaio di iscrizioni ed è rivolto a dottori agronomi delle cooperative regionali, liberi professionisti, tecnici e studenti in Scienze agrarie all’ultimo anno. Il percorso dura otto mesi, è articolato in moduli online e sessioni in presenza di 3 giorni, nelle regioni italiane dove è più radicata la coltivazione del nocciolo. Al programma contribuiscono accademici delle Università di Pisa, Torino, Tuscia, Perugia e Salerno. «È un’opportunità straordinaria per i professionisti agricoli di misurarsi con sfide reali e un percorso formativo innovativo che mantiene al centro la sostenibilità di lungo periodo» sottolinea Carlo Alberto Pratesi dell’EIIS.

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