Storie Web lunedì, Luglio 14
Notiziario

L’ex segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, sarà il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il Sud. La delega era stata mantenuta ad interim dalla presidente del consiglio, Giorgia Meloni, perché Raffaele Fitto aveva lasciato il governo per ricoprire a Bruxelles il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Sentito il Consiglio dei ministri, la premier Meloni ha annunciato di voler proporre la nomina al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sbarra entrerà nel governo come “indipendente”.

Il percorso di avvicinamento

Non si tratta di una decisione inaspettata, sembra piuttosto il coronamento di un percorso che ha portato – su alcune tematiche – ad un progressivo avvicinamento tra l’ex segretario Cisl e la presidente del Consiglio.

Un passaggio importante si è avuto a febbraio, quando raggiunti i 65anni, Sbarra ha lasciato la guida della Cisl, come previsto dallo Statuto del sindacato. L’assemblea nazionale della Cisl che si è svolta all’auditorium in via della Conciliazione a Roma lo scorso 11 febbraio – alla vigilia del Consiglio generale che ha segnato il passaggio di consegne a Daniela Fumarola-, ha avuto un’ospite d’eccezione: la premier Giorgia Meloni. Non è sfuggita all’entourage di palazzo Chigi la calorosa accoglienza con cui la platea di 2 mila delegati e quadri della Cisl ha accolto la presidente del Consiglio, e gli applausi ricevuti quando è intervenuta dal palco sotto lo slogan «il coraggio della partecipazione».

Nell’intervento dal palco dell’auditorium la capo del governo ha definito Sbarra, un «interlocutore franco, determinato, onesto», la sua linea “collaborativa” è stata presa a modello rispetto alla «tossica visione conflittuale» che «qualcuno ancora si ostina a sostenere» (la premier non li ha nominati ma il riferimento era a Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, rispettivamente leader di Cgil e Uil) .

Del resto sotto la guida di Sbarra, la Cisl si è smarcata da Cgil e Uil, non partecipando allo sciopero generale del 29 novembre contro il governo Meloni, ritagliandosi una posizione “privilegiata” nell’interlocuzione con il capo dell’Esecutivo su una serie di misure, a partire dalla manovra economica, evidenziando aspetti positivi, accanto alle criticità.

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