“Ormai ci siamo. Dopodomani, venerdì 20 dicembre, cinque giorni prima del Santo Natale, sapremo se Matteo Salvini è colpevole. Colpevole di aver difeso i confini del nostro Paese dall’invasione di immigrati clandestini”. Così il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, intervistato da Affaritaliani.it.  “Un’eventuale condanna sarebbe un fatto gravissimo, una condanna all’intero popolo italiano, al Parlamento e quindi al governo eletto direttamente dai cittadini. Tutto il partito è al fianco del suo leader ed è pronto alla mobilitazione in caso di condanna”.

Le accuse mosse al ministro riguardano il blocco dello sbarco di 147 migranti nell’agosto 2019, decisione che, secondo i sostenitori del Carroccio, era parte integrante delle politiche di controllo delle frontiere del governo di allora.  

Per il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, una condanna di Salvini nel processo Open Arms “sarebbe una cosa “incredibile per il nostro Paese”. “Talmente aberrante, anche dal punto di vista giuridico, che non voglio pensarci”: lo ha aggiunto Fontana. Se si “dovesse arrivare a una sentenza di condanna – ha detto arrivando alla conferenza nazionale sull’export alla Bocconi -, sarebbe veramente una violazione dei principi più basilari del diritto. Io sono assolutamente convinto e voglio essere convinto che Salvini venga assolto”. 

Gli “sono estremamente vicino perché ho provato cosa voglia dire in ogni caso essere oggetto di un procedimento penale. E veramente – ha aggiunto -, spero che una volta tanto ci sia un sussulto di giustizia”. E la mobilitazione del Carroccio? “E’ una cosa a cui non voglio neanche pensare – ha concluso -, ripeto, perché è talmente aberrante, anche da un punto di vista giuridico, che non voglio pensarci”. 

Dopo la richiesta di condanna a sei anni al processo sulla vicenda Open Arms, Matteo Salvini aveva pubblicato un video sui social che tutt’ora è fissato in alto sui suoi profili, a dimostrazione di come questa vicenda sia esiziale per il leader leghista. Il vicepremier nell’ormai famoso video parla su uno sfondo scuro, spiegando le sue ragioni e chiamando a raccolta i militanti a protestare anche con manifestazioni di piazza contro quello che definisce un “processo politico”.

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