Tra gli emendamenti alla legge di bilancio approvati negli scorsi giorni ce n’è uno di +Europa che stanzia 500mila euro nel 2025 per l’educazione sessuale e affettive nelle scuole medie e superiori. I fondi sono limitati e ci saranno solo l’anno prossimo: un “primo passo”, lo ha definito Emma Bonino.

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La legge di bilancio per il 2025 è ormai in fase di chiusura: la Camera si prepara a dare il via libera definitivo, poi il testo andrà al Senato per un passaggio rapidissimo. Di fatto, non ci sarà più spazio per modifiche. Tra gli emendamenti che erano stati approvati dalla commissione bilancio negli scorsi giorni, nella fase più concitata dei lavori, ce n’è anche uno che riguarda un tema che per il governo è piuttosto delicato: l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Su proposta di +Europa, l’anno prossimo saranno stanziati 500mila euro per attività e corsi nelle scuole medie e superiori. Una mossa che ha sollevato le proteste dell’organizzazione ultra conservatrice Pro Vita & Famiglia.

Cosa prevede la nuova norma sull’educazione sessuale nelle scuole

L’emendamento approvato prevede che, solamente per l’anno prossimo, vengano aggiunti 500mila euro al Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Questi soldi serviranno a “promuovere” nei piani triennali formativi delle scuole degli “interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione” che riguardino “le tematiche della salute sessuale e dell’educazione sessuale e affettiva”. Queste attività saranno rivolte agli “studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado”, quindi le medie e le superiori.

I soldi, quindi, dovrebbero essere utilizzati dalle scuole per dare il via a attività specifiche che riguardino questi temi. Non si tratterà, insomma, di una ‘materia’ da insegnare regolarmente in classe, ma solo di corsi o interventi temporanei. L’Italia resterà perciò tra i pochi Paesi nell’Unione europea dove non è prevista educazione sessuale obbligatoria. Resta anche da vedere quanto tempo impiegheranno ad arrivare i decreti per mettere in pratica questa novità, e se metteranno degli ulteriori paletti che non sono previsti dall’emendamento. Si tratta di una misura limitata e ancora non del tutto definita, dunque, ma è comunque la prima apertura del centrodestra su questo tema.

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Bocciato un Odg del Movimento 5 stelle sullo stesso tema

Anche perché è passato più di un anno da quando il ministro dell’Istruzione Valditara parlò, dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, di inserire l’educazione affettiva a scuola. Da allora non è stata fatta quasi nessuna mossa in questa direzione. Oggi, poi, la maggioranza ha dimostrato di non essere così ‘aperta’ sul tema, confermando che il via libera all’emendamento è stata più il frutto di negoziati sulla manovra che di una svolta nella linea politica del centrodestra.

Alla Camera è stato bocciato un ordine del giorno del Movimento 5 stelle che impegnava il governo a “finanziare l’introduzione dell’insegnamento strutturale dell’educazione affettiva e sessuale nell’offerta formativa nelle scuole di primo e secondo grado”. La prima firmataria, Stefania Ascari, ha commentato: “Non capisco perché il governo sia così contraddittorio sulla questione” dato che prima “ha detto si all’emendamento” e “ora dice no all’ordine del giorno” che “dice sostanzialmente la stessa cosa”.

Bonino: “Primo passo”, polemica di Pro Vita & Famiglia

Per questo, il segretario di +Europa Riccardo Magi ha definito l’approvazione “un piccolo ma importante passo“, per iniziare a “contrastare culturalmente la violenza di genere e per prevenire la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili”. Anche Emma Bonino, presidente del partito, ha esultato: “È un primo passo, certo, il governo avrebbe potuto e dovuto stanziare molti più fondi. Ma è la direzione giusta per scardinare logiche prestabilite, di possesso, e mettere fine ad ogni forma di prevaricazione verso le donne, proprio lì dove il pensiero delle nuove generazioni si forma: nelle scuole”.

La norma è stata duramente attaccata dall’associazione ultra conservatrice Pro Vita & Famiglia, che ha parlato di un “cedimento gravissimo della maggioranza di centrodestra all’isteria abortista dei collettivi trans-femministi”. Il portavoce dell’associazione, Jacopo Coghe, ha detto che “le famiglie faranno le barricate in ogni scuola per impedire ad attivisti politici travestiti da esperti del nulla di andare a raccontare in classe che uccidere un bimbo nel grembo è un ‘diritto riproduttivo’ o che si può nascere nel corpo sbagliato e risolvere tutto con ormoni e chirurgia distruttiva”. Poiché la trattativa maggioranza-opposizione che ha portato al via libera all’emendamento sarebbe stata “gestita” dal sottosegretario leghista all’Economia Federico Freni, Pro Vita ha chiesto anche “spiegazioni” a Matteo Salvini.

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