Il presidente della Liguria Giovanni Toti è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Al centro dell’indagine il rapporto con l’imprenditore Aldo Spinelli, consistente secondo i pm genovesi in finanziamenti ricevuti dal Comitato elettorale di Toti in cambio dell’agevolazione di alcune pratiche. Tra queste la concessione della spiaggia di Punta dell’Olmo e il rinnovo del Terminal Rinfuse in cui sarebbe coinvolto anche l’ad di Iren Paolo Emilio Signorini. Ecco che cosa è emerso nelle carte dell’inchiesta.

Da ieri mattina il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si trova agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta portata avanti dalla Procura di Genova. Le accuse nei suoi confronti sono di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. L’inchiesta ha coinvolto altre nove persone tra cui il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, accusato di corruzione elettorale, l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini (ora ad di Iren, in carcere in via cautelare) e gli imprenditori portuali Aldo e Roberto Spinelli, padre e figlio, entrambi indagati.

In particolare, come si apprende dalle oltre 600 pagine dell’ordinanza, al centro dell’indagine a carico del presidente della Liguria vi sarebbero i presunti finanziamenti illeciti che il governatore avrebbe ricevuto, per il tramite del suo Comitato elettorale, da parte di Aldo e Roberto Spinelli. “Quando ci vediamo, che ti devo chiedere un po’ di robe come al solito, di questi tempi?”, sono le parole di Toti in una telefonata intercettata dalla Guardia di Finanza con l’imprenditore portuale a ridosso delle elezioni politiche del 2022.

Bonifici e versamenti che l’imprenditore della logistica giustificava così:”I finanziamenti ai partiti (..) io li devo fare“, ma “è tutto regolare”, nonostante le premure di Toti rispetto alle modalità di erogazione. “Mi mandi alla segreteria di Spinelli i documenti dove vogliamo che faccia un versamento, che lo fa normale, come tutti gli altri insomma.. si faccia dire chi è“, avrebbe detto il governatore alla tesoriera del suo Comitato.

Cosa è successo a Giovanni Toti e perché il governatore della Liguria è stato arrestato per corruzione

In cambio Toti avrebbe assunto nei confronti degli Spinelli l’impegno a:“trovare una soluzione per la privatizzazione della spiaggia di Punta dell’Olmo, “velocizzare la pratica di rinnovo del Terminal Rinfuse” alla società controllata dagli Spinelli, “agevolare Spinelli in altre pratiche amministrative pendenti presso il Comitato di gestione dell’Autorità Portuale” di cui Signorini è presidente. Promesse che si sarebbero tradotte, si legge, nel compimento da parte di Toti di “atti amministrativi anche illegittimi”.

Tra i finanziamenti illeciti percepiti dal governatore, assieme al suo capo di gabinetto Cozzani vi sarebbero anche quelli rappresentati “dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello” accordati dal membro del Cda di Esselunga Francesco Moncada durante la campagna elettorale del 2022. Dall’altra parte Toti e il suo capo di gabinetto avrebbero agito per “sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative all’apertura dei punti vendita di Sestri Ponente e Savona”.

Secondo la gip Paola Faggioni il governatore della Liguria, “pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo in favore di interessi privati in cambio di finanziamenti”. La “sistematicità” del presunto meccanismo corruttivo, unita al pericolo di reiterare il reato (anche in vista delle elezioni europee di giugno), risulterebbero più che sufficienti dunque a giustificare la misura cautelare disposta nei confronti di Toti.

Il rapporto tra Toti e Spinelli e cosa c’entra la spiaggia di Punta dell’Olmo

Dalle indagini della Procura di Genova sarebbe emersa “l’esistenza di un fitto rapporto tra Giovanni Toti e Aldo Spinelli nell’ambito del quale si è realizzato uno scambio corruttivo”. In più occasioni i due (assieme a Roberto Spinelli) si sarebbero incontrati sullo yacht dell’imprenditore a bordo del quale avrebbero concluso le trattative al centro dell’inchiesta. Alla vigilia di quattro diverse competizioni elettorali tra 2021 e 2023 (le amministrative di Savona, quelle di Genova, le politiche nazionali, le amministrative di Ventimiglia e Sarzana) “si svolgevano degli incontri tra Toti e Spinelli nel corso dei quali il primo chiedeva esplicitamente una ‘mano’ e il secondo rispondeva chiedendo ‘la sistemazione’ di varie pratiche di suo interesse”.

Tra queste, vi sarebbe innanzitutto la richiesta dell’imprenditore di trasformare la spiaggia di Punta dell’Olmo da libera a privata in cambio cospicue somme di denaro a favore del Comitato Giovanni Toti che sarebbero state versate a settembre 2021 a ridosso delle elezioni amministrative che hanno coinvolto 52 comuni liguri. “Quando mi inviti in barca? Così parliamo un po’ che ora ci sono le elezioni”, avrebbe chiesto Toti. “Quando vuoi! Fai venire anche il sindaco (Bucci, ndr), fai venire il tuo amico Paolo (Signorini, ndr)…”, la risposta di Spinelli.

Come chiarisce l’ordinanza, la spiaggia in questione “rappresenta un tratto antistante l’ex Colonia Bergamasca di Celle Ligure, acquisita dall’immobiliare Punta dell’Olmo S.p.a” di cui gli Spinelli sarebbero, appunto, titolari. Poiché dalla riqualificazione dell’ex Colonia sarebbero dovuti sorgere un complesso residenziale di lusso e un resort, “l’eventuale esclusività dell’attigua spiaggia avrebbe conferito – sostiene la Procura –  un notevole valore a tale immobile”. Per soddisfare la richiesta di  Spinelli Toti optato per “inserire nel computo delle spiagge libere alcuni tratti di costa non qualificate come tali perché non facilmente balneabili, in modo tale da raggiungere la soglia del 40% di spiaggia libera prevista dalla normativa”.

Il rinnovo del Terminal Rinfuse agli Spinelli e il coinvolgimento di Signorini

Sempre a bordo dello yacht di Spinelli si sarebbero svolti ulteriori incontri tra l’imprenditore e Toti nei quali sarebbe emersa un’altra questione d’interesse per il gruppo Spinelli e che avrebbe coinvolto anche l’allora presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale Paolo Emilio Signorini, oggi detenuto in carcere in via cautelare. Si tratta del rinnovo della concessione per altri trent’anni dell’area portuale Terminal Rinfuse, scaduta nel 2020, a favore della società partecipata in quota maggioritaria dagli Spinelli. “Io sono buttato in barca da Aldo, quando gliela portiamo sta proroga in comitato”, avrebbe chiesto Toti dopo aver chiamato Signorini.

Per assicurarsi la proroga, di competenza del Comitato di Gestione dell’Autorità Portuale, Spinelli avrebbe esercitato pressioni sul presidente della Liguria avrebbe per una sua intercessione con Signorini promettendo in cambio un presunto finanziamento al Comitato elettorale di Toti. “Portiamo quella roba in Comitato il prima possibile che (Spinelli) è .. Se riusciamo a farlo entro metà settembre fa comodo anche a me” avrebbe detto Toti a Signorini alludendo, secondo i pm genovesi, alle imminenti amministrative di ottobre 2021.

Il governatore quindi avrebbe  ‘messo a disposizione la sua funzione’ per agevolare il rinnovo della concessione fino al 2051 a favore dell’ex patron del Genoa. “Il 29 (settembre) va la tua roba… ricordati che io sto aspettando anche una mano eh?”, avrebbe detto Toti. “Si ma te li ho mandati”, la risposta di Spinelli riferendosi presumibilmente ai versamenti al Comitato elettorale. Sulla pratica avrebbero sollevato perplessità gli stessi membri del Comitato di Gestione dell’Autorità Portuale, dubbiosi in merito ad alcuni problemi di natura tecnica e all’eccessiva durata (trentennale) della concessione agli Spinelli. “Il ragionamento che abbiamo fatto noi di dire che di trent’anni non se ne può parlare in questa situazione..“, avrebbe detto uno dei membri del Comitato di gestione portuale.

Anche al fine di intervenire per risolvere l’impasse Signorini avrebbe ricevuto da Spinelli denaro e regalie tra cui soggiorni in hotel di lusso, cene, massaggi e trattamenti estetici, inviti a eventi esclusivi, 31mila euro in fiches per il casinò e 15mila euro in contanti, che sarebbero stati usati per pagare le spese del matrimonio della figlia di Signorini. Tra i doni elargiti dal terminalista ci sarebbero anche i regali effettuati a amiche e persone vicine all’ex presidente dell’authority portuale, tra cui borse di lusso e bracciali d’oro. Inoltre, spicca la promessa da parte di Spinelli di garantire a Signorini un posto “in ufficio a Roma” da 300mila euro l’anno, se Signorini avesse “usato bene” gli ultimi tre anni del suo mandato, garantendo a Spinelli la possibilità di “lavorare su cose grosse”. Spinelli ha terminato il suo mandato, che durava dal 2016, nel 2023; dall’agosto del 2023 è amministratore delegato di Iren.

Una volta assicurato il rinnovo della concessione trentennale a dicembre 2021, dagli Spinelli sarebbero partiti quattro bonifici, per un totale di 40.000 euro, indirizzati al Comitato Giovanni Toti-Liguria con la causale “erogazione liberale”. “Grazie di tutto eh, Aldino!”, sarebbe stato il ringraziamento di Toti all’imprenditore.

I numerosi favori di Spinelli sarebbero serviti anche a favorire l’accelerazione di altre due pratiche all’esame degli inquirenti: la concessione delle aree Enel (ex Carbonile Itar), il “tombamento” di Calata Concenter e l’occupazione abusiva dell’area demaniale dell’ex Carbonile pur in assenza di un titolo adeguato. Nei confronti di Signorini e dei due Spinelli il gip ha inoltre disposto il sequestro preventivo di oltre 570 mila euro, tra beni e denaro considerati profitto dei reati di corruzione contestati.

Il presunto accordo tra Toti, Cozzani e Moncada sull’Esselunga

Dalle indagini sarebbe emerso che nel 2022 a pochi mesi dalle elezioni comunali di Genova il membro del Cda di Esselunga Fabrizio Moncada avrebbe richiesto l’intervento di Toti e del suo capo di gabinetto per “sbloccare” le pratiche relative all’apertura di due supermercati a Sestri Ponente e Savona.  A ostacolare la realizzazione dei due punti vendita sarebbe stato il mancato rilascio di un “parere favorevole” necessario per la prosecuzione dei lavori. Questione di cui si sarebbe fatto carico Cozzani: “Chi è il vostro progettista? Posso avere un riferimento? mi faccio spiegare un po‘…”, avrebbe detto a Moncada. Anche in questo caso oggetto dello scambio sarebbe stato “un finanziamento occulto” destinato alla lista “Toti per Bucci” che sosteneva il candidato sindaco Marco Bucci. Quest’ultimo, precisa la Procura, non risulta coinvolto nell’indagine.

Il finanziamento avrebbe assunto la forma di passaggi pubblicitari normalmente acquistati da Esselunga sul pannello della Terrazza Colombo, locale della società di cui Maurizio Rossi (editore dell’emittente televisiva ligure Primo canale e anch’egli indagato) è rappresentante legale. “Se tutti mi danno qualche cosa tutto migliora… non possiamo togliere qualche cosa a noi e metter Bucci, però bisogna farlo bene… tra due cuscini”, avrebbe detto Moncada agli altri tre spiegando come realizzare i passaggi. Alla luce di ciò, per i pm genovesi coordinati dal procuratore capo Nicola Piacenti risulta “chiara la connotazione illecita” del finanziamento. “Allora siamo tutti a posto, giusto? Siamo a sistema, anche su Savona?”, la domanda di Moncada durante un incontro con Toti tenutosi presso gli uffici della Regione a marzo 2022. “Yes, siamo allineati su tutto”, avrebbe assicurato il governatore suggellando l’accordo.

L’ipotesi di corruzione elettorale a carico del capo del gabinetto di Toti

Al vaglio degli inquirenti c’è anche l’ipotesi di corruzione elettorale in cui non risulta coinvolto Toti ma solamente Cozzani. In particolare l’ex sindaco di Porto Venere è accusato insieme a Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, di aver promesso posti di lavoro in cambio di preferenze alla lista “Cambiamo con Toti Presidente” al candidato Stefano Anzalone durante le consultazioni regionali del 2020. Il reato di corruzione elettorale di cui Cozzani è indagato è aggravato dall’agevolazione mafiosa verso il clan Cammarata che esercita la propria influenza nell’area di Genova. Il capo di gabinetto di Toti è anche accusato di corruzione per l’esercizio delle funzioni.

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