El Fasher, capitale del Darfur settentrionale, conta quasi 400.000 abitanti e si trova al centro di una grave emergenza alimentare. Secondo le Nazioni Unite, come si legge nel Sudan Humanitarian Update di agosto-settembre 2025 dell’OCHA (Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari), la città continua a essere circondata e assediata dalle RSF (Rapid Support Forces), le forze paramilitari che cercano di consolidare il controllo nella parte occidentale del Paese. L’assedio ha reso quasi impossibile l’accesso ai rifornimenti di cibo e acqua: mercati quasi vuoti e prezzi alle stelle costringono la popolazione a razionare ciò che resta. Le cucine comunitarie, ultima rete di sostegno, sono state chiuse in molte aree, aggravando ulteriormente la fame.

Guerra e violenza quotidiana
La crisi alimentare è legata a doppio filo al conflitto. L’ONU segnala un aumento drammatico delle violenze contro civili, con attacchi diretti e colpi di artiglieria in città e nelle regioni circostanti. Un recente episodio ha visto un attacco a un campo per sfollati a El Fasher, con decine di vittime, comprese donne e bambini, mostrando come la guerra ostacoli gli sforzi umanitari.

La fame che spinge a soluzioni disperate
La popolazione civile, privata dei beni di prima necessità, è costretta a ricorrere a fonti di cibo alternative: in un recente reportage, Al Jazeera racconta come la popolazione sia costretta a cibarsi di impasti ricavati da legumi e mangimi per animali, mescolati con acqua e spezie per renderli commestibili, una testimonianza drammatica della gravità della carestia.

Colera e malattie: l’altra emergenza
L’emergenza sanitaria accompagna quella alimentare. Dal luglio scorso, il ministero della Salute ha registrato oltre 122.000 casi sospetti di colera e più di 3.400 decessi, con tassi di mortalità ben oltre le soglie d’emergenza. La mancanza di acqua potabile e servizi igienici, aggravata dall’assedio, favorisce la diffusione delle malattie, mentre l’accesso limitato degli operatori umanitari ostacola la distribuzione di aiuti essenziali.

Clima estremo, fame crescente
La crisi umanitaria è ulteriormente esacerbata dagli eventi climatici estremi che hanno colpito il Darfur nell’ultimo anno. Nel luglio 2024, forti piogge hanno causato inondazioni devastanti a El Fasher e nei campi per sfollati, distruggendo abitazioni, scuole e infrastrutture sanitarie, e interrompendo la distribuzione di acqua potabile. Le coltivazioni locali sono state danneggiate, riducendo drasticamente la disponibilità di cibo fresco e aumentando i prezzi nei mercati già svuotati dall’assedio. Periodi di siccità prolungata hanno compromesso ulteriormente la produzione agricola, mettendo a rischio le riserve alimentari delle famiglie rurali. Come segnala l’ONU, la combinazione di conflitto armato e clima estremo rende quasi impossibile l’accesso umanitario, aggravando fame e malattie tra gli abitanti.

L’appello delle Nazioni Unite
Secondo il piano umanitario dell’Ocha, finanziato per meno del 27%, servono 4,2 miliardi di dollari per sostenere la popolazione colpita dalla fame, dalle malattie e dal conflitto. Senza un intervento immediato, avvisa l’ONU, la situazione a El Fasher rischia di degenerare ulteriormente, con conseguenze drammatiche per migliaia di persone già al limite della sopravvivenza.

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