I numeri ormai sono imponenti. Ad oggi sono oltre 40 milioni i profili Spid attivi e la stragrande maggioranza degli accessi ai servizi online erogati dalla Pubblica Amministrazione e da realtà private, avviene ancora con le credenziali del Sistema pubblico di identità digitale. Gli accessi con Cie – seppur in crescita – sono ancora di gran lunga inferiori. Ciononostante il futuro per lo Spid non si preannuncia roseo.
La vulnerabilità che emerge dal dilagare dei furti di identità digitale, va ad inserirsi in un contesto già caratterizzato dalla volontà manifestata dal Governo Meloni, fin dal suo insediamento, di dismettere gradualmente lo Spid a favore di un sistema unificato di identificazione digitale dei cittadini. E poi c’è anche la questione economica, che è un nodo altrettanto centrale per il futuro dello Spid. Intanto il Governo a inizio marzo ha però firmato il decreto per assegnare 40 milioni di euro ai 12 Identity provider che rilasciano lo Spid.
Una firma attesa dal 2023, quando in vista della scadenza delle convenzioni – che dopo i tentennamenti iniziali il Governo ha poi prorogato di due anni – i gestori dell’identità digitale avevano battuto cassa per avere un sostegno per coprire i costi di adeguamento tecnologico necessario per mantenere il sistema efficiente e sicuro. Gli Identity provider erano arrivati a minacciare di non assicurare la continuità del servizio.
Adesso le risorse sono arrivate in extremis, proprio alla scadenza della proroga e con la corsa al rinnovo delle convenzioni che sta per ripartire. Alcuni gestori privati, come Aruba, avevano già annunciato costi a carico dei cittadini per il rinnovo dello Spid, per coprire le spese di gestione del servizio.
Ma con l’affidabilità dello Spid che tentenna, oltre al riconoscimento economico di 40 milioni di euro, il Governo e le authority preposte dovrebbero quantomeno tenere il fiato sul collo dei gestori per monitorare fin da subito – senza attendere le future tardive rendicontazioni – che le risorse siano spese per rendere effettivamente più sicuro il rilascio dello Spid. Non è più tollerabile che lo Spid, nato per dare ai cittadini un accesso sicuro e protetto ai servizi digitali, sia invece fonte di truffe, ansia e insicurezza.