La testimonianza di una piccola imprenditrice britannica di 26 anni la cui condizione è comune a moltissimi ragazzi che vengono definiti dalle statistiche come “working poor” perché pur guadagnando e avendo un’entrata mensile, non riescono a tenere il passo con il costo della vita.

“Nonostante le sfide, mi sono messa in proprio e lavoro senza sosta ma i soldi non bastano mai e a volte non posso permettermi nemmeno la doccia“, è il racconto di Chloe Thorn, una giovane e piccola imprenditrice britannica di 26 anni di Bristol che ha voluto sottolineare le difficoltà di arrivare a fine mese, comuni a tanti giovani.

Nonostante una infanzia non facile che ha reso il suo percorso di indipendenza economica ancora più difficile, la ragazza ha cercato la sua strada per un futuro migliore ma si è scontrata con una realtà che la costringe a lavorare senza sosta solo per arrivare, con difficoltà, a fine mese. “Lavoro senza sosta e mi sento come se non andassi da nessuna parte. I soldi sono sempre un problema, mi sento come se fossi bloccata per sempre in questo meccanismo” ha raccontato in un’intervista a ITV News.

Una condizione la sua comune a moltissimi ragazzi che vengono definiti dalle statistiche come “working poor” o lavoratori poveri.  Si tratta di persone che pur lavorando assiduamente e guadagnando un’entrata mensile non riescono a tenere il passo con il costo della vita e spesso non riescono a superare la soglia di povertà. Un fenomeno che colpisce in particolar modo donne e giovani, proprio come Chloe.

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Nonostante non potesse contare su una famiglia ma solo su sé stessa, la giovane Designer multimediale, con lauree in Arte e Design, si è messa in proprio avviando una propria attività che vende prodotti artigianali e organizza laboratori. Un’attività che le permette di guadagnare lavorando molto ma non abbastanza per permettersi qualche svago. “Ho la sensazione che sia impossibile risparmiare denaro perché le bollette aumentano costantemente a causa dell’inflazione” ha raccontato.

“A volte rinuncio a cose essenziali come i pasti e a volte non ho abbastanza soldi per farmi una doccia. Non appena arrivano i soldi, compro tutto il cibo, i prodotti essenziali per la doccia e cose del genere. Poi mi concentro sulle bollette. Non mi resta molto alla fine perché tutto si accumula” ha rivelato la 26enne.

La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano il mondo del lavoro. Decidiamo di pubblicarle non per dare un’immagine romantica del sacrificio, ma per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell’accesso a servizi essenziali. Invitiamo i nostri lettori a scriverci le loro storie cliccando qui.

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