Mattia Carrano è l’attore che nella serie Prisma, disponibile dal 6 giugno su Prime Video, interpreta i gemelli Andrea e Marco. L’attore racconta a Fanpage.it quali sono stati i momenti più emozionanti delle riprese e alcuni retroscena dal set: “Io e Lorenzo Zurzolo avremmo dovuto girare una scena in cui ci fissavamo per una decina di secondi ma non riuscivamo a smettere di ridere. Siamo andati avanti così per mezz’ora”

Nel film Shining sono inquietanti, in Genitori in trappola si mostrano dolci, in Prisma, invece, combattono con qualcosa di molto più spaventoso dell’Overlook Hotel: l’adolescenza. Da sempre i gemelli affascinano i registi e Ludovico Bessegato ha scelto Mattia Carrano per il doppio ruolo nella serie Prime Video, quello di Andrea e Marco. L’attore rivela a Fanpage.it di avere una preferenza: “Se dovessi scegliere con chi passare una giornata? Sicuramente Andrea, è più simpatico“. Nella seconda stagione di Prisma, disponibile dal 6 giugno, tornano sul piccolo schermo le grandi storie dei personaggi: sofferenze, amori, segreti, crescita e scoperta personale. Un prodotto che funziona perché “non è per ragazzi, parla di ragazzi” e che appassiona così tanto i fan da portarli a “minacciare” Mattia e il regista per farsi svelare cosa succederà nei prossimi capitoli della serie.

Prisma è una serie tv che, come suggerisce il nome, racchiude tutte le sfumature del crescere e del diventare grandi. Quale è il messaggio più importante che vuole far arrivare agli spettatori? 

Non si tratta di una serie “per ragazzi” ma che parla di ragazzi. È come se ci trovassimo in una classe di venticinque persone, ognuno con sfumature diverse, è fluida al 100%. Prisma racchiude la parte adolescenziale della vita, momento in cui fai tantissimi errori, scopri tante cose di te stesso e delle altre persone.

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Quale è un errore che hai fatto da adolescente a cui ogni tanto ripensi?

Il mio errore più grande è stato lasciare la scuola. Appena avrò un po’ di tempo vorrei ricominciare.

“Prisma” ricorda l’arcobaleno simbolo della comunità LGBTQIA+, è uscita nel mese del Pride e sono tante le tematiche queer all’interno. Come gestisci la responsabilità di far parte della rappresentazione di queste storie?

Molte persone si sentono rappresentate da Prisma. Non mi soffermo mai troppo a pensare a questo aspetto, altrimenti mi verrebbe l’ansia. Preferisco fare bene il mio lavoro sul set raccontando Andrea e Marco, provando a mostrare la verità dei ragazzi.

Una scena della seconda stagione di Prisma

Una scena della seconda stagione di Prisma

Reciti sia nella parte di Andrea che di Marco. Il tema del doppio nella letteratura è spesso usato per mostrare lati segreti, repressi e anche i gemelli che interpreti della serie nascondo molto di loro stessi. Come hai lavorato per far venire fuori questo aspetto?

Tutto il lavoro l’ho fatto insieme a Ludovico Bessegato (regista della serie, ndr). I gemelli vivono tutto in modo diverso e io mi ero prefissato due punti: uno è estroverso, l’altro introverso. In ogni scena provavo ad aggiungere sfumature e reazioni diverse.

Preferiresti passare una giornata con Andrea o con Marco?

Andrea. È più simpatico

Perché credi che Ludovico Bessegato ti abbia scelto per questo doppio ruolo?

Glielo ho chiesto molte volte e all’inizio non mi rispondeva. Credo che in me abbia visto la persona giusta in grado di interpretare i gemelli ma abbiamo dovuto fare un grande lavoro sul set.

Chi è stata la prima persona a cui hai detto che eri stato preso nella serie Prisma?

Mia madre. Veniva con me ai provini, ne feci circa otto per Prisma. È stata lei la prima persona a cui l’ho detto.

Mattia Carrano insieme a Ludovico Bessegato, regista di Prisma

Quale è stata la sfida più difficile che hai dovuto affrontare nei panni dei gemelli?

La scena nella prima stagione del coming out di Andrea con suo padre. L’abbiamo girata il terzo giorno di set, non fu semplice e io non ero per niente pronto. Sul set, prima di cominciare, ero molto preoccupato, lo dissi anche a Ludovico. Quello in Prisma è stato il mio primo ruolo in assoluto, non sapevo fare questo mestiere.

Ti è mai capitato di commuoverti sul set?

Sì, proprio nella scena del coming out. Piansi come un bambino durante e dopo le riprese. Ci sono dei ciack in cui sono in lacrime. In quel momento ero davvero nei panni del protagonista. Mi ha aiutato tantissimo Andrea Giannini, l’attore che interpreta mio padre nella serie.

Molte delle tue parti sono con Lorenzo Zurzolo. C’è una scena che non riuscivate a girare?

Sì, anche in questo caso una della prima stagione. C’è una scena in cui Marco è sotto la doccia in piscina e a un certo punto arriva Daniele (Lorenzo Zurzolo, ndr) che dice: “Mi vuoi menare anche te?” Lorenzo, però, disse: “Vuoi menare anche me?” Aveva semplicemente sbagliato la battuta e sarebbe bastato rifarla. Purtroppo, però, subito dopo era previsto un momento in cui ci saremmo dovuti guardare negli occhi per una decina di secondi. Non riuscivamo a smettere di ridere, siamo andati avanti così per mezz’ora. Alla fine Ludovico intervenne: “Oh, basta! Ci dobbiamo muovere”. È stato come a scuola, ti parte la ridarella e non riesci a smettere. Io e Lorenzo siamo molto amici.

Lorenzo Zurzolo e Mattia Carrano sul set della seconda stagione di Prisma

Raccontavi che uno dei tuo film preferiti è Pulp Fiction e nella serie anche Marco dice questa cosa a Carola. È stata una casualità o ne avevi parlato con Ludovico Bassegato?

Si era scritta così, è stata una casualità. In realtà non ci avevo mai pensato.

Hai studiato come montatore e tra i tuoi piani non c’era quello di fare l’attore. Cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera?

Da bambino feci qualche pubblicità, avevo un agente. In quarantena chiamò mia madre per dirmi che c’era un provino per Prisma. Io non volevo farlo ma alla fine mi convinsi a mandare il video di presentazione. Mi ci sono trovato, praticamente.

Sei stato un campione di Hwa Rang Do, arte marziale coreana. Perché hai iniziato a praticarla e cosa hai provato quando hai dovuto lasciare?

Ero piccolissimo, iniziai a 5-6 anni. Non ho idea del perché iniziai, sono sempre stato una persona dinamica e da bambino avevo bisogno di qualche sport che mi permettesse di scaricarmi. Cominciai a fare quello. Fui invitato ad un torneo mondiale a Los Angeles quando avevo 11 anni, vinsi due medaglie d’oro. Smisi perché mi si ruppe il ginocchio durante un allenamento. Ho portato il gesso su tutta la gamba per tanto tempo e ho dovuto fare fisioterapia. Mi consigliarono di fare nuoto ma mi annoiavo così optai per la pallanuoto

Sia il finale della prima che della seconda stagione di Prisma lascia molte domande in sospeso. I fan ti hanno mai chiesto di rivelare anzitempo il continuo della storia?

In molti mi scrivono: “Devi dirmi subito come continua”. Posso immaginarlo ma non so esattamente cosa accadrà. Ludovico mi ha confessato che riceve un sacco di pressing, i fan lo “minacciano”. Ora che è appena uscita la seconda stagione già mi chiedono cosa succederà nella terza.

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