«Vi chiedo di attivarvi per far firmare la proposta di legge di iniziativa popolare che prevede un assegno per tutte le vittime di errori giudiziari e ingiuste detenzioni in attesa della sentenza di risarcimento danni. Come mio fratello Beniamino ci sono migliaia di cittadini che dopo esser stati liberati dal carcere e aver perso tutto, sono stati abbandonati dallo Stato. Costretti ad andare alla Caritas e a non saper come vivere. Questo non è giusto. Non è umano. È necessaria una legge di civiltà». È l’appello lanciato da Augusta Zuncheddu, sorella di Beniamino, il pastore sardo che ha passato quasi 33 anni in carcere senza colpe. La donna, che ha sempre sostenuto Beniamino nella battaglia legale per provare la sua innocenza, invita a firmare la proposta di legge di iniziativa popolare “Beniamino Zuncheddu e altri”.
Dopo l’assoluzione si resta soli e senza risorse
Oggi dopo l’assoluzione al termine di un processo di revisione o di scarcerazione per ingiusta detenzione la vittima resta completamente sola, senza risorse con cui mantenersi in attesa di un risarcimento che a volte per arrivare ha bisogno anche di dieci anni di tempo. «Lo Stato l’ha buttato fuori dal carcere con la busta dei vestiti e senza niente altro. Beniamino è un uomo che ha perso tutto: ha notevoli problemi di salute, non ha potuto avere una famiglia, non ha un lavoro, non avrà una pensione perchè è stato in carcere da innocente quasi 33 anni», dice Augusta raggiunta telefonicamente nella sua casa di Burcei.
Una vita dietro le sbarre per colpa di una falsa testimonianza
Una vita intera, quella di Beniamino, passata dietro le sbarre senza potersi costruire una famiglia, senza poter avere un lavoro, senza poter avere oggi un sostentamento. Una odissea ricostruita in Innocente, il podcast prodotto da Sole 24 Ore e Radio 24 che racconta il calvario dell’allevatore sardo, accusato di triplice omicidio e tentato omicidio. Una strage che risale all’8 gennaio 1991, avvenuta sulle montagne di Sinnai. Bugie, depistaggi, false testimonianze e ritrattazioni hanno inquinato le prove e l’unico sopravvissuto all’eccidio ha puntato il dito contro Beniamino. Peccato che la testimonianza fosse falsa, indotta da un agente della Criminalpol. La sentenza di assoluzione del processo di revisione ha dimostrato la falsità delle accuse per le quali Beniamino era stato condannato all’ergastolo da innocente.
Irene Testa: una legge importante per i tanti Beniamino umiliati dallo Stato
Beniamino è entrato in carcere due mesi prima di compiere 27 anni ne è uscito a 59 anni con l’ordinanza di scarcerazione disposta dalla Corte d’appello penale di Roma il 25 novembre 2023. Ed è tornato a essere un uomo libero il giorno dell’assoluzione, il 26 gennaio 2024. Libero, ma senza alcun sostentamento. «Questa legge è importante per i tanti Beniamino che si trovano a vivere da innocenti vicende giudiziarie che stravolgono la vita. Persone costrette a rivolgersi alla Caritas per poter sopravvivere. Persone già umiliate dallo Stato che si trovano anche a dover perdere la dignità», ricorda Irene Testa, la Garante dei detenuti della Sardegna e tesoriera del Partito radicale che tanto si è spesa per la liberazione di Beniamino.
Augusta Zuncheddu: a Beniamino è stata sequestrata la vita
«A Beniamino è stata sequestrata la vita, gli è stato tolto tutto. Eppure noi abbiamo pagato tutte le spese legali e giudiziarie in questi decenni, per poi vedere che le Istituzioni si girano dall’altra parte. Quello che è accaduto a Beniamino può succedere a tutti», ricorda Augusta nell’appello nel quale chiede a giornalisti, sindaci, consiglieri di tutte le Regioni di far firmare la proposta di legge di iniziativa popolare Zuncheddu, per risarcire chi è stato ingiustamente condannato e poi assolto a seguito di un processo di revisione o per chi è stato vittima di ingiusta detenzione. Augusta ricorda che si può firmare online utilizzando Spid, Cie o Cns, ma che ci sono anche i moduli cartacei a disposizione dei Comuni che ne faranno richiesta per consentire ai cittadini che lo desiderano di sottoscrivere la proposta. Servono 50mila firme.