La confessione del talento catalano è stata imbarazzante per come ha descritto il disagio provato alla fine del match di Champions. “Me la stavo facendo addosso…”.
Lamine Yamal si prende la scena nella serata di Champions che regala al Barcellona il secondo posto in classifica generale. Miglior calciatore del match con il Borussia Dortmund. Assist di esterno sinistro per stupire con effetti speciali. Una confessione imbarazzante in diretta tv per il disagio e il problema che ha avuto all’antidoping. Ne ha parlato in maniera molto esplicita durante le interviste del post partita: è esploso in una risata spiegando cosa gli è successo.
Nulla di compromettente per se stesso o per la squadra, ma ha rischiato ugualmente conseguenze sgradevoli perché quando ti scappa la differenza è tutta in un particolare: da quale lato della porta del bagno ti trovi. Cambia tutta la percezione del tempo.
Lamine senza filtri in tv: “Me la stavo facendo addosso”
“Dopo la partita me la stavo facendo addosso”, ha ammesso il talento dei catalani che ha dovuto fare i conti con la rigidità del protocollo e la necessità di trattenersi per forza nonostante avesse il bisogno impellente di liberarsi. E così nella pancia del Signal Iduna Park null’altro ha potuto fare che aspettare e pazientare. “Non me l’hanno lasciato fare perché dovevo fare il test antidoping”.
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Scherzi a parte, Yamal si fa serio quando gli viene chiesto di commentare il gesto tecnico che ha sfoderato dal suo campionario anche nella sfida di Coppa contro i tedeschi. La mitica ‘trivela’, quel tocco fatto con l’esterno del piede che reso famoso (e devastante) il portoghese Ricardo Quaresma. A Lamine viene naturale, è pensiero e azione: vede il compagno di squadra scattare, sa che non ha spazio a sufficienza dinanzi a sé e allora inventa una traiettoria magica come fosse la curva di un arcobaleno. Peccato solo che Raphinha non ne abbia approfittato, calciando fuori un assist che avrebbe meritato sorte migliore.
Yamal ha raccontato così quella prodezza tecnica e balistica spettacolare, che in pochi possono permettersi. “Quel passaggio mi viene naturale adesso – ha aggiunto -. È una soluzione in più da utilizzare durante gli incontri. Ultimamente mi sta funzionando molto bene”. Chi crede che dietro una scelta del genere ci sia un allenamento specifico si sbaglia, è lo stesso calciatore a chiarire che quel colpo è frutto della fantasia e dell’opportunità del momento. Lo fa e basta, è nelle sue corde. E lascia che vibrino come quelle di un violino. “Non è che lo ripeto di continuo in allenamento, viene fuori più o meno da solo. E ho detto a Rapha che ce l’aveva”.