Secondo le prime ricostruzioni sarebbe stata la distrazione di un’automobilista a causare l’incidente in cui ha perso la vita Enzo Stefano Caparra, 20 anni. Lo schianto in via Pellegrino Rossi a Milano (Affori) nel pomeriggio di sabato 2 novembre.
È morto a pochi metri da casa sua, in sella come passeggero su uno scooter T-Max. È stato fatale per Enzo Stefano Caparra, 20 anni, l’incidente contro una macchina che l’ha coinvolto nel pomeriggio di sabato 2 novembre in via Pellegrino Rossi a Milano, zona Affori: troppo gravi si sono rivelate le ferite riportate nella carambola contro un’altra auto, che ha colpito anche un uomo di 69 anni che camminava sul marciapiede e un ciclista di passaggio, mentre resta in gravi condizioni il conducente dello scooter, 21 anni, portato d’urgenza all’ospedale San Gerardo di Monza per numerosi traumi sparsi in tutto il corpo.
La mossa azzardata dell’automobilista contro lo scooter
Secondo quanto ricostruito finora, l’automobilista al volante, 52 anni stava percorrendo via Pellegrino Rossi quando improvvisamente avrebbe girato verso via privata Vignati, tagliando la strada al mezzo a due ruote. Proprio in quell’istante, a causa di questa mossa azzardata, avrebbe impattato contro il T-Max in cui Enzo Stefano Caparra viaggiava come passeggero.
L’addio del padre e degli amici
Enzo Stefano Caparra, che avrebbe compiuto 21 anni il giorno di Natale, abitava nei pressi del luogo dell’incidente con mamma Noelia e papà Luciano. Faceva il meccanico in zona, ed era da sempre appassionatissimo di motori. Per questo amici e parenti, la sera stessa dell’incidente, si sono riuniti in via Pellegrino Rossi con motorini, scooter e moto per rendere omaggio al giovane deceduto, sgasando e suonando il clacson in strada.
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Al raduno spontaneo in strada c’era anche la famiglia di Enzo. Il papà, visibilmente commosso, è salito sul tetto di un’auto e ha sollevato le braccia al cielo, prima di essere sommerso dagli abbracci di decine dei ragazzi presenti. “Enzo vive“, recitavano gli striscioni appesi alle mura dei condomini. “Enzino, uno di noi“, è stato l’abbraccio del quartiere in cui il 20enne era nato e vissuto. E in cui, per colpa di un attimo di distrazione di un’automobilista, se n’è andato per sempre.