Era il 1994, 30 anni fa, quando l’UEFA accettò in via definitiva l’adesione di Israele e da allora la nazionale e le squadre di club – di solito Maccabi Haifa, Hapoel Tel Aviv e Maccabi Tel Aviv – partecipano alle competizioni della federazione europea. Dopo il 7 ottobre 2023 e con l’avvio del conflitto a Gaza, le partite interne delle compagini d’Israele si svolgono in campo neutro, tra imponenti misure di sicurezza, con stadi e alberghi blindati, e altrettanta attenzione richiedono i trasferimenti e il controllo delle tifoserie. I sostenitori del Maccabi Tel Aviv, aggrediti la scorsa notte ad Amsterdam a margine del match di Europa League con l’Ajax – mentre allo stadio non si sono registrati scontri -, non hanno una particolare caratterizzazione politica, ad eccezione di una frangia ultrà, i Maccabi Fanatics, che è vicina all’estrema destra. Una posizione che lega i Fanatics alla tifoseria più virulenta del Beitar Gerusalemme, squadra vicina al partito di destra Likud, la familia dall’impronta razzista e antiaraba. In Israele sono sempre più comuni negli stadi i casi di violenza, omofobia e razzismo, in particolare contro coloro che sono di religione musulmana, e nella maggior parte dei casi i responsabili sono stati individuati tra gli ultrà del Beitar – arrivati a bruciare anche copie del corano sugli spalti – e del Maccabi Tel Aviv. Fu un gruppetto di questi ultimi, nel 2014, a prendere di mira un giocatore della squadra di origini arabe, Maharan Radi, inducendolo poi a cambiare squadra. Episodi di fanatismo e violenza si sono registrati anche nelle trasferte all’estero, come quando, lo scorso marzo ad Atene, venne aggredito un uomo che portava una bandiera palestinese.
I tifosi del Maccabi Tel-Aviv accendono i fuochi d’artificio prima della partita di UEFA Europa League tra Ajax e Maccabi Tel-Aviv ad Amsterdam, Paesi Bassi, 7 novembre 2024 (Ansa)
Quanto ad Ajax-Maccabi Tel Aviv le provocazioni anche dai tifosi della squadra israeliana non sono mancate. Sulla rete circolano video che mostrano anche provocazioni e aggressioni effettuati dai tifosi del Maccabi come il coro che gridava “morte agli arabi” su una scala mobile nel centro di Amsterdam
I filo-palestinesi manifestano in piazza Anton de Komplein ad Amsterdam prima della partita di calcio della UEFA Europa League tra Ajax e Maccabi Tel Aviv il 7 novembre 2024 (AFP)
Prima della partita di giovedì sera, i sostenitori della squadra israeliana hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi e ci sono stati alcuni disordini, bloccati dall’intervento della polizia.
In strada altri cori, poi, altri cori inneggianti a quanto fatto da Israele a Gaza, contro la popolazione palestinese.
Niente è accaduto, invece, nello stadio, eccetto i fischi al minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione di Valencia, in una contestazione rivolta in generale alla Spagna per il suo supporto alla causa palestinese.
Durante l’incontro, però, nulla, anche perché tra i sostenitori delle due squadre non c’è alcun motivo di tensione, anzi. In Olanda, e non solo, i tifosi dell’Ajax sono noti come ‘super joden’ (super ebrei), esibiscono in curva simboli ebraici e bandiere israeliane in virtù di un legame risalente a vari decenni fa, quando erano molti gli ebrei coinvolti nel club, nella dirigenza e anche in campo. Da questo, si è creato negli anni un rapporto abbastanza stretto con i Maccabi fanatics.
Ad Amsterdam non vi erano nemmeno state avvisaglie di proteste, come era avvenuto pochi mesi fa a Firenze, in occasione del match di Conference League tra Fiorentina e Maccabi Haifa, e meno di un mese fa a Udine per la gara di Nation League tra la nazionale di Luciano Spalletti e Israele, quando ci fu bisogno di vigilare per manifestazioni pro-Palestina.
ACF Fiorentina v Maccabi Haifa (Getty)