Ecco come la Ferrari utilizza l’Intelligenza Artificiale in Formula 1 e come la tecnologia sia diventato il vero terreno di sfida tra i top team del Circus: l’IA è stata infatti la vera arma segreta per gli ultimi passi in avanti fatti dalla scuderia di Maranello a livello di prestazione in pista.

Durante il weekend del GP di Miami c’è stato un episodio che ha reso evidente che la vera gara tra i team di Formula 1 si sta correndo fuori dalla pista. Stiamo parlando di quanto avvenuto nelle qualifiche della Sprint Race e nella successiva mini-gara del sabato nelle quali il pilota della Ferrari Charles Leclerc ha stupito tutti restando praticamente incollato a Verstappen nonostante sia stato costretto (per un suo errore) a saltare l’intera sessione di prove libere. Evidente che in questo caso la sola abilità del pilota non basti. E, allora, inevitabile chiedersi: cos’è che ha permesso al monegasco di essere subito competitivo?

La risposta sta nel proprio nello strumento strategico su cui i team si stanno sfidando (e per il quale ancora si possono muovere liberamente): l’Intelligenza Artificiale. Già, perché la vera sfida in questi anni per la scuderia di Maranello è stata quella di azzerare il gap tecnologico, prima ancora che quello in pista, rispetto a Mercedes prima (ora la squadra tedesca è stata superata e si trova a rincorrere) e soprattutto Red Bull (grazie al fondamentale contributo di Oracle). È infatti da sei anni che in Formula 1 si utilizza l’IA e la Gestione Sportiva del Cavallino Rampante è arrivata leggermente in ritardo rispetto agli altri top team avendo cominciato lo sviluppo soltanto nel 2020 (con l’arrivo, da Red Bull appunto, dell’esperto ingegnere milanese Marco Adurno, ancora oggi capo delle performance veicolo della scuderia) ha dovuto inizialmente rincorrere.

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Come spiega perfettamente Fulvio Solms in un suo articolo pubblicato sul Corriere dello Sport infatti per quanto riguarda l’intelligenza artificiale in Formula 1 non esistono fornitori o consulenti esterni e pertanto tutto si deve produrre e sviluppare in casa nella massima segretezza. E dunque solo dopo aver inserito nel proprio organico un esperto del settore in Ferrari è stato possibile avviare il progetto che, tra sperimentazioni e rodaggio, ha cominciato a funzionare solamente dopo 2 anni (cioè nel 2022) per poi essere usato a pieno regime solo a metà del 2023 (quando cioè si è raggiunto un elevato livello di know-how e di metodologie di lavoro con una task-force di quattro persone, guidata da Adurno, diventata cruciale per l’area ‘Performance’ e di conseguenza per l’intera scuderia).

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E i risultati di ciò si sono visti in pista dove le errate correlazioni tra galleria del vento, simulatore e pista appunto sono state sempre meno (ed è per questo che oggi c’è grande fiducia nel nuovo pacchetto d’aggiornamenti alla SF-24 che la Ferrari farà debuttare ufficialmente nel GP di Imola dopo averlo testato nel filming day a Fiorano).

Già, perché l’Intelligenza Artificiale oggi viene utilizzata in Ferrari per azzerare ogni disallineamento tra galleria del vento, simulatore e pista. Nello specifico infatti l’IA, analizzando tutti i dati di simulazione e di prove in pista, riesce ad individuare qualsiasi potenziale problema di correlazione individuando e indicando le correzioni da fare affinché vi sia la sicurezza che la monoposto in pista si comporti come in galleria del vento. E inoltre immettendo i dati in tempo reale l’Intelligenza Artificiale riesce a fornire anche eventuali modifiche da fare in corso d’opera.

E questo continuo aggiornamento consente quindi all’IA di azzerare il proprio margine d’errore nell’indicare la strada da seguire nel miglioramento, sempre possibile, della correlazione tra simulatori e pista. Ecco come si spiega ciò che è riuscito a fare Charles Leclerc a Miami trovandosi una vettura perfettamente adatta al tracciato e che rispondeva in modo atteso alle varie sollecitazioni senza aver potuto girare nelle prove libere.

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