DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

BRUXELLES – Alle prese con il rischio di deviazione dei flussi commerciali verso l’Europa per via della nuova politica protezionistica americana e con la necessità di trovare nuove risorse finanziarie mentre si sta preparando il prossimo bilancio comunitario, la Commissione europea sta valutando se imporre ai pacchi di piccola dimensione provenienti da paesi terzi una tassa di due euro. L’ipotesi è stata menzionata negli ultimi giorni da diversi esponenti europei.

«Stiamo parlando di due euro a pacchetto, pagati dalla piattaforma», ha spiegato martedì il commissario al Commercio Maroš Šefčovič dinanzi al Parlamento europeo. L’idea è quella di colpire in particolare i pacchi di basso valore, ossia quelli che valgono meno di 150 euro – la soglia al di sotto della quale i pacchi inviati da un paese terzo all’Unione Europea sfuggono ai dazi doganali. L’uomo politico slovacco ha detto che le nuove entrate potrebbero servire a finanziare le dogane europee.

Misura contro le piattaforme cinesi online

In effetti, il commissario Šefčovič ha preferito non parlare di tassa, ma di finanziamento per compensare i costi alla frontiera. Si teme peraltro che i flussi commerciali dalla Cina possano aumentare, in risposta ai nuovi dazi americani. Le statistiche relative a questi pacchi sono incredibili: nel 2024 sono entrati sul mercato europeo circa 4,6 miliardi di articoli di valore inferiore a 150 euro, più di 145 ogni secondo. Di questi, il 91% proviene dalla Cina.

In questo contesto, la stessa Commissione europea ha chiesto in febbraio l’abolizione dell’esenzione dai dazi doganali (così come fatto dagli Stati Uniti), citando i rischi dell’importazione di prodotti pericolosi e la notevole impronta ambientale di tali volumi. Secondo le informazioni circolate qui a Bruxelles, la proposta di tassa è stata presentata la settimana scorsa dal commissario al Bilancio Piotr Serafin durante una riunione del collegio dei commissari.

Condividere.
Exit mobile version