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Notiziario

BRUXELLES – Nelle prossime settimane, la Commissione europea dovrebbe presentare una serie di proposte legislative nel settore delle materie prime, dell’industria verde, degli investimenti provenienti dall’estero, dell’automobile. Le nuove iniziative di Bruxelles si rifanno tutte al principio di sicurezza economica, un concetto che sta prendendo forma in questi mesi e che nei fatti è un sotto-insieme dell’idea più ampia di sovranità europea, ormai accettata da molti, se non tutti, i paesi membri.

Il concetto di Made in Europe o di Buy European verrà declinato in alcune delle proposte legislative. Con quanto successo presso i paesi membri? È da vedere; anche se l’atteggiamento di molti governi in precedenza contrari sta cambiando. D’altro canto, il protezionismo guadagna terreno in molti paesi del mondo, e cresce la tendenza ad usare l’arma economica in politica estera. Nel contempo, Bruxelles tenterà, per così dire, di federalizzare alcune politiche per renderle più efficaci.

Andiamo per ordine. La Commissione europea dovrebbe presentare a breve un progetto noto con l’espressione RESourceEU. L’obiettivo è di garantire l’approvvigionamento di materie prime in un contesto nel quale il protezionismo internazionale sta mettendo a rischio l’importazione di terre rare in Europa. La Commissione punta ad acquisti e stoccaggi in comune, e anche di garanzie reciproche nel caso di penuria a livello nazionale (si veda Il Sole/24 Ore del 31 ottobre).

A breve, la Commissione dovrebbe anche presentare l’Industrial Accelerator Act, una appendice del Net-Zero Industry Act (si veda Il Sole/24 Ore del 17 marzo 2023). Quest’ultimo ha creato un impianto regolamentare per promuovere l’industria verde. Il nuovo regolamento deve servire ad rilanciare i settori strategici – dalle industrie energivore alle tecnologie pulite. Verrà definito il concetto di Made in Europe per contrastare il dominio cinese e ridurre i costi di importazione.

In questo contesto, l’esecutivo comunitario vuole anche mettere mano al regolamento pienamente applicabile dall’ottobre del 2020 e che prevede un controllo degli investimenti provenienti da paesi terzi. Il testo legislativo è di impronta confederale. Stabilisce che il meccanismo di selezione rimanga a livello nazionale e che prevalga il coordinamento. Bruxelles vuole avere maggiore potere decisionale con l’obiettivo di rafforzare le catene di valore più strategiche in Europa.

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