La storia di Katiuscia Scarpone, insegnante 51enne della provincia di Teramo, a Fanpage.it: “Per 20 anni mi hanno detto che il problema non era nel mio cuore ma nella mia testa. Mi hanno curato per ansia e attacchi di panico. Invece ho scoperto di soffrire di tachicardia parossistica sopraventricolare. Sono rinata solo dopo un intervento”.

“Per 20 anni mi hanno detto che il problema non era nel mio cuore ma nella mia testa. Mi hanno curato per ansia e attacchi di panico ed invece si è scoperto che soffrivo di una patologia cardiaca chiamata tachicardia parossistica sopraventricolare, che mi ha reso la vita impossibile”.

Katiuscia Scarpone ha 51 anni, fa l’insegnante e vive in provincia di Teramo. Per circa 20 anni è stata curata per ansia anche attraverso l’uso di potenti antidepressivi, prima di scoprire che, a differenza di quanto i medici le continuavano a ripetere, il suo era un problema al cuore, per risolvere il quale è stata anche sottoposta ad un intervento chirurgico. “Poi però sono rinata”, ha detto a Fanpage.it, a cui ha voluto raccontare la sua storia.

La storia di Katiuscia: “Curata per 20 anni con psicofarmaci”

Il calvario di Katiuscia è cominciato nel 1995, quando aveva 22 anni: “È stato allora che ho avuto il primo episodio di tachicardia importante. Sono andata da allora varie volte al pronto soccorso, sia ad Atri che a Giulianova. Ma i medici dicevano sempre che erano attacchi di ansia e panico, d’altronde con una frequenza che poteva raggiungere i 250 ero molto agitata, e mi hanno prescritto una serie di psicofarmaci. E con questa diagnosi non mi hanno mai fatto un elettrocardiogramma durante la crisi“.

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Nel frattempo, la sua vita era diventata difficile: “Ho dovuto cambiare casa perché stando al terzo piano non riuscivo a salire le scale, non ho potuto più fare attività fisica perché ogni volta mi sentivo male, non ho fatto mai un vacanza sempre per la paura di non stare bene. Eppure loro continuavano a dire che ‘il problema non è nel tuo cuore ma nella tua testa‘. Questa frase non la dimenticherò mai”.

L’intervento al cuore e la rinascita

Poi, nel 2014 qualcosa è cambiato. “Avevo deciso di interrompere con quelle medicine perché non miglioravo. Poi mi sono rivolta ad una psicologa, con la quale ho fatto terapia per sei mesi e che mi ha consigliato di rivolgermi di nuovo ad uno specialista perché secondo lei non soffrivo né di attacchi di panico né di depressione. Intanto, facendo un ulteriore approfondimento, è risultato che soffrissi di ipertensione arteriosa. Così il mio medico mi ha prescritto attività fisica. Anche se io non me la sentivo, mi ha obbligato a camminare per mezz’ora al giorno. Poi una mattina del 2015, proprio mentre facevo una passeggiata, mi sono sentita male”.

A quel punto, Katiuscia è stata accompagnata dalla madre al pronto soccorso dell’ospedale di Teramo. “Ero in tuta e scarpette e per la prima volta dopo 20 anni mi è stato fatto il primo elettrocardiogramma durante la crisi. È stato in quel momento che hanno visto che si trattava di una TVS. Un cardiologo mi ha successivamente prescritto uno studio elettrofisiologico da cui è emersa la conferma della patologia. Nel 2016 ho fatto un intervento, e da allora io sono rinata. Sono tornata in palestra, viaggio finalmente, ho anche fatto causa alla Usl per chiedere un risarcimento. Abbiamo fatto perizia con medico legale del tribunale che però non se l’è sentita di darmi ragione nonostante abbia tutta la documentazione. Così poi ho lasciato perdere”.

“Per 20 anni – ha concluso Katiuscia – ho sempre detto che era il cuore il problema ma nessuno mi ha dato ascolto. È stato un caso fortuito che abbia scoperto di avere questa patologia. Ci ho messo 20 anni ma ringrazio Dio”.

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