Per la segretaria del Pd Elly Schlein le parole del sottosegretario della Lega Durigon sul ministro degli Esteri Tajani, a cui l’esponente leghista ha suggerito di farsi aiutare con Trump, dimostrano che il governo “non sta più in piedi”: “In qualsiasi Paese questo avrebbe già aperto una crisi di governo”, ha detto la leader dem.

“Oggi ho letto le dichiarazioni di Durigon e non ci potevo credere. Durigon della Lega dice che Tajani è in difficoltà e che deve farsi aiutare”.

La segretaria del Pd Elly Schlein ha commentato così su Instagram il ‘consiglio’ che il sottosegretario Durigon ha rivolto al ministro degli Esteri Antonio Tajani, e ha parlato di governo ‘sfiduciato’.

“Cioè le Lega sfiducia il ministro degli Esteri Tajani dopo che qualche giorno fa aveva già commissariato Giorgia Meloni dicendo che non aveva mandato per andare ad approvare le proposte di riarmo a Bruxelles, oggi commissaria Tajani dicendo che deve farsi aiutare, mentre Salvini lo scavalca chiamando direttamente il vicepresidente americano Vance”. Per la segretaria del Pd “in qualsiasi Paese questo avrebbe già aperto una crisi di governo, è chiaro che il governo non sta più in piedi, è chiaro che non si può occupare dei problemi degli italiani: dalle liste di attesa infinite, ai salari bassi, alle bollette più care di Europa”.

Durigon dice a Tajani che è “in difficoltà nei rapporti con gli Stati Uniti” e di “farsi aiutare” dalla Lega

Il sottosegretario della Lega ha messo infatti in evidenza in un’intervista la debolezza della linea sugli esteri del governo, e in particolare l’ambiguità e la mancanza di una direzione chiara nel rapporto con gli Stati Uniti. Da una parte infatti la premier Meloni cerca di mantenere aperto un dialogo con il presidente Usa Trump, che dovrebbe incontrare prossimamente alla Casa Bianca, anche se una data precisa non è stata ancora fissata. Ma dall’altra, in un difficile esercizio di equilibrismo, cerca di mantenere relazioni solide in Europa, con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e con gli altri partner europei, in particolare su temi delicati come i dazi o l’Ucraina, e su una questione molto divisiva, cioè il piano ReArm Europe.

La frase di Durigon su Tajani arriva dopo una settimana complicata per la maggioranza in Parlamento. In occasione del voto alla Camera e al Senato sulle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo infatti, la maggioranza ha sì votato una risoluzione unitaria, ma per riuscire a tenere insieme ai pezzi dal testo votato è stato eliminato qualsiasi riferimento al riarmo europeo. Su quest’ultimo punto la Lega non ha dato un mandato a Meloni, affinché trattasse a nome dell’intero governo in sede Ue. Lo ha spiegato molto chiaramente il capogruppo della Lega Molinari: “Non sono così convinto che ReArm Europe venga approvato. L’Italia non approverà in Parlamento una risoluzione che dà a Meloni il mandato di approvare il piano – aveva detto primo del voto in Parlamento – La risoluzione parlerà della proposta di Giorgetti all’Ecofin e della volontà dell’Italia, con i propri tempi, di aumentare la propria difesa in linea con gli impegni del paese con la Nato”. Non proprio quindi il “mandato pieno” che Meloni aveva sperato di ottenere.

Cosa ha detto Durigon sulle “difficoltà” di Tajani con gli Usa di Trump

Il sottosegretario al Mef, vice-segretario nazionale della Lega, ha messo in luce questa contraddizione in un’intervista a Repubblica pubblicata oggi: “Tajani è in una posizione un po’ difficile, visto che è un sostenitore di Ursula e del suo piano di riarmo. Sappiamo tutti che von der Leyen non ha grandi rapporti con l’amministrazione americana, il suo Rearm Eu sembra anzi una sfida agli Usa, in questa fase. Per questo credo che sia utile se si facesse aiutare: è ovvio che Meloni è sicuramente la persona più giusta per parlare con Trump. Ma stare al governo è un gioco di squadra, i rapporti della Lega, di Salvini, con Washington possono essere utili per l’Italia. Anche perché al centro della telefonata con Vance c’erano alcune opportunità per le nostre imprese, investimenti, infrastrutture”.

Proprio venerdì c’è stata infatti una telefonata tra  vicepremier Matteo Salvini con il vicepresidente Usa J.D. Vance, che è stata vista come un’azione disturbo ai danni di Meloni, visto che durante il colloquio è emersa la possibilità di una missione di Salvini a Washington, con imprese e investitori, per migliorare la cooperazione tra Italia e Usa. Salvini però ha minimizzato lo sgambetto a Meloni, dicendo che “I giornali di oggi dicono che Salvini chiama Vance perché c’è una guerra con la Meloni a chi fa più telefonate negli Stati Uniti. Ma è Scherzi a parte, non è giornalismo questo”.

“Oggi ho avuto l’onore e il piacere di avere una telefonata con il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance. È stata un’opportunità per riaffermare la forte amicizia e cooperazione tra i nostri due Paesi. È mia intenzione organizzare una missione negli Stati Uniti con aziende e investitori italiani, poiché abbiamo eccellenze, anche nel settore delle infrastrutture, invidiate in tutto il mondo”, ha scritto Salvini su X.

“In Italia – ha detto oggi Durigon – siamo quelli che hanno sostenuto Trump fin dall’inizio. La Lega aveva capito che con una presidenza così, forte, ci sarebbe stata un’accelerazione verso la pace” in Ucraina. “E la telefonata tra Salvini e il vicepresidente Vance, una delle personalità più importanti dell’amministrazione Usa, testimonia che questo legame politico si svilupperà sempre di più”, ha ribadito il sottosegretario del Carroccio.

Tajani replica a Schlein

“Le opposizioni dicono che i governo non sta più in piedi? Poverini, si illudono…”, ha commentato il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, replicando alle dichiarazioni di diversi leader delle opposizioni, a partire dalla segretaria Pd Elly Schlein, sulle divisioni nel governo evidenziate dall’intervista del leghista Claudio Durigon proprio su Tajani. “Le opposizioni stiano tranquille, il governo andrà avanti. Finché c’è Forza Italia al governo le cose andranno bene”, ha assicura Tajani.

Ma si sente sfiduciato da Durigon? “Le cose andranno bene, è il popolo che sceglie, è il popolo che è importante…”, si è limitato a rispondere Tajani.

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