Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia, ha risposto alle domande di Fanpage.it sulla legge di bilancio. Dalle tasse – con l’intenzione di abbassare l’Irpef sopra i 28mila euro – alle pensioni minime, fino ai ‘sacrifici’ molto moderati richiesti alle banche: Cattaneo ha spiegato come potrà cambiare il testo nelle prossime settimane.
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La legge di bilancio per il 2025 renderà strutturale la nuova Irpef a tre aliquote, ma non abbasserà ulteriormente l’imposta. L’obiettivo di Forza Italia è di fare un altro taglio, ha spiegato a Fanpage.it il deputato Alessandro Cattaneo, uno dei delegati di FI sulla manovra. Cattaneo ha detto che, rispetto alla richiesta della Lega di alzare il tetto della flat tax per le partite Iva oltre gli 85mila euro di reddito, la “priorità” è un’altra.
Il deputato ha parlato anche delle pensioni minime, che aumenteranno di pochi euro al mese e su cui “non sarà facile” arrivare a nuovi incrementi ora che il testo della manovra è in Parlamento. E ha sottolineato che, per quanto riguarda il ‘sacrificio’ richiesto alle banche, tentare di tassare gli extraprofitti sarebbe stato dannoso: “A volte fare uno slogan dicendo “facciamo pagare le banche” funziona, ma in realtà poi scopri che non è così che raggiungi l’obiettivo. Noi siamo stati, mi piace dire, seri”.
Onorevole, partiamo dalle tasse. Dal concordato preventivo potrebbero arrivare meno risorse del previsto: come saranno utilizzate? Voi chiedete di abbassare l’Irpef, la Lega vuole alzare il tetto della flat tax per le partite Iva.
Manovra, iniziano le audizioni: quali sono i prossimi step e come può cambiare il testo della legge
Intanto partiamo da un concetto semplice, ma mi fa piacere ribadirlo: con Forza Italia e con questo governo non vogliamo mettere nessuna tassa in più, ma vogliamo abbassare le tasse. Questa è la verità, perché si è molto romanzato. Abbiamo fatto un’ottima impostazione di legge di bilancio che taglia il cuneo fiscale, l’Irpef, eccetera. Ma vogliamo ancora fare un pezzo ulteriore. La nostra priorità, senza dubbio, è dare un segnale alla classe media, tagliare l’aliquota Irpef dal 35 al 33% per redditi fino a 50mila euro. Poi bisognerà vedere quanti introiti abbiamo con il concordato preventivo.
E sulla richiesta della Lega di usare invece quei soldi per alzare il tetto della flat tax?
È una richiesta legittima, va nella direzione su cui abbiamo lavorato, perché anche noi siamo stati molto favorevoli alla flat tax per le partite Iva. È apprezzata, in tanti l’hanno aperta, funziona. Vediamo se ci stanno entrambe. Ma se devo dare un ordine di priorità, è il momento di guardare l’Irpef e continuare quel percorso. Tre anni fa avevamo cinque aliquote. Oggi siamo a tre e le abbiamo diminuite tutte. Questo mi sembra un bel risultato.
Un altro punto discusso sono le pensioni. Le pensioni minime sono un cavallo di battaglia di Forza Italia, con l’idea di portarle a mille euro al mese entro fine legislatura. In questo testo, però, come sappiamo, si prevede un aumento molto ridotto, circa tre euro lordi al mese. Il governo sbaglia a non puntare di più su questo tema?
Anche qua si è molto anche qua romanzato sui tre euro, che in realtà sono tre euro in più oltre all’adeguamento dell’inflazione (pari a circa l’1,6%, ndr). In totale noi immaginiamo di arrivare a circa 630 euro. I tre euro ovviamente fanno un po’ sorridere, ma se guardiamo alle prime tre manovre finanziarie del nostro governo pensiamo di aver fatto comunque un percorso sulle minime che prima nessuno mai aveva fatto.
Chi ci dice “potevate fare di più” sono quelli che non hanno fatto niente per 15 anni. Quando siamo tornati al governo con il centrodestra abbiamo trovato le minime che ancora erano quelle che Berlusconi aveva alzato al famoso milione di lire vent’anni fa. Nessuno se n’era mai occupato, né con adeguamenti Istat né men che meno con aumenti.
Quindi, sarà poco o sarà tanto, noi ce ne occupiamo. Perché la riteniamo una priorità, perché quella è una risposta di welfare, per dare un segnale vero a chi deve starci in piedi con 630 euro, o peggio, con 560 euro quando siamo arrivati. È un percorso di crescita lento perché abbiamo a cuore l’ordine del bilancio dello Stato. Però rivendico anche che un percorso di crescita c’è e va avanti.
In questa manovra contate di riuscire a aggiungere ancora qualcosa o siete soddisfatti del risultato?
Io credo onestamente che non sarà facile aggiungere qualcosa. Eventualmente, se lo si potrà fare, lo si potrà fare circoscrivendo le platee, cioè cercando magari andare sugli over 75, andare a fare dei filtri per il patrimonio della persona, il nucleo familiare… Tutte quelle iniziative che cercano di andare a mirare bene dove c’è il bisogno, e dare qualcosa a chi ha questa necessità.
Si è parlato molto di banche, e del “sacrificio” (per usare le parole del ministro Giorgetti) che gli è stato chiesto. La norma di fatto prevede una sorta di ‘prestito’ che poi verrà restituito negli anni successivi dallo Stato, e una misura simile l’avevano già attuata il governo Draghi e il primo governo Conte. Si può dire che la misura è stata annunciata come più dura di quanto poi fosse effettivamente?
Si può dire che ha avuto ragione Forza Italia, perché noi abbiamo sempre contestato il concetto alla base dell’extra profitto. È un profitto extra rispetto a cosa? In una logica di mercato, in un libro di economia non esiste questo concetto. Quando abbiamo provato ad applicarlo (io c’ero, e mi occupavo di questo) con gli energetici, nel secondo governo Conte e poi a ponte con il governo Draghi, fu molto difficile andare a trovare che cosa tassare, e ci furono grandi iniquità. Le borse crollarono su quei titoli, e il beneficio fu molto meno di quanto non fosse atteso. Un grande pasticcio, insomma.
Noi questa volta abbiamo detto “dialoghiamo con le banche e cerchiamo un metodo”, non direi per un prestito, lo chiamo più correttamente un anticipo. Si chiama Dat, è molto tecnico il concetto, ma in sostanza permette un’opzione che le banche potevano esercitare o no. Hanno deciso di esercitarla perché gli è stato chiesto in un clima costruttivo da parte del governo, e quindi hanno dato questi 3 miliardi e mezzo un po’ prima del tempo. Questo permette a noi di di usarli in questa manovra di bilancio.
Quindi, secondo me è una storia che racconta di un buon approccio a un tema delicato, dove abbiamo introitato risorse preziose che servono a questo bilancio senza andare a confliggere con l’economia che regola tutto ciò che attiene anche al bilancio dello Stato e non solo. Di contro, avremmo avuto perdita di fiducia dei mercati, disinvestimenti da parte dei gruppi finanziari sull’Italia, e anche i piccoli risparmiatori indirettamente a cascata sarebbero andati in difficoltà.
A volte fare uno slogan dicendo “facciamo pagare le banche” funziona, ma in realtà poi scopri che non è così che raggiungi l’obiettivo. Noi siamo stati, mi piace dire, seri.
Un’ultima questione più generale sulla manovra. Quest’anno i vincoli di bilancio sono molto stretti: in Parlamento potrete intervenire con modifiche importanti? O sarà una questione di togliere da una parte per aggiungere da un’altra?
Potremo fare qualche riorientamento di spesa, questo sì, anche attraverso un ascolto di tutti gli stakeholder. Io, da liberale, lavoro così: per me è naturale che se io legifero su un certo tema voglio sentire tutte le persone che da questo tema sono coinvolte. Stiamo parlando con gli assicurativi, con tutto il tema della sanità che gigantesco, con Confindustria e sindacati, eccetera. Qualche miglioramento lo possiamo fare, come è normale che sia. Negli ultimi giorni quando uno chiude la legge di bilancio qualcosa sfugge, qualche refuso in buona fede può accadere, e già qualcosa stiamo raccogliendo.
Però non ci saranno scossoni, perché il faro per questo governo è stato una manovra ordinata, che stabilizza la situazione dell’Italia. Oggi l’Italia ha un grande vantaggio rispetto agli altri nello scenario europeo: che abbiamo un governo stabile che durerà per i prossimi tre anni, con una maggioranza che tiene e non ha problemi. Questo è un vantaggio, gli investitori già solo per questo motivo guardano all’Italia, scommettono, portano soldi, fanno investimenti. Teniamoci stretto quindi questa serietà. Presentandoci con dei conti in ordine siamo molto apprezzati. Abbiamo ancora due o tre leggi di bilancio da affrontare, noi lavoriamo con un’idea di medio-lungo termine.