Cybersicurezza e AI: le due parole più citate e più usate negli ultimi dieci anni. Un mondo non solo fatto di tecnologia, di sviluppo ma anche legato alla politica degli stati e al mondo dell’economia.
Il mercato globale della cybersicurezza sta vivendo una crescita significativa, spinta dall’aumento delle minacce digitali, dalla digitalizzazione delle imprese e dalle normative sempre più stringenti.
Secondo varie proiezioni basate su report recenti, il valore del mercato per il 2025 varia tra i 196 e i 302 miliardi di dollari USA, con una tendenza al rialzo grazie all’integrazione di tecnologie come l’AI, il cloud e l’IoT. Questa espansione è accompagnata da una carenza di professionisti qualificati, stimata in circa 3,5 milioni di posti vacanti a livello globale entro il 2025.
Il mercato italiano si attesta intorno ai 2,48 miliardi di euro, con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. Un valore che deriva sia dalla crescita degli investimenti delle aziende (+57% previsto a livello globale) per fronteggiare le minacce, sia dall’impatto economico del cybercrime, stimato in 10,5 trilioni di dollari a livello mondiale entro il 2025.
Report come il Cybersecurity Forecast 2025 di Google Cloud sottolineano come questa crescita sia legata a trend e come l’adozione di zero-trust architecture e l’aumento degli attacchi ransomware.
Tabella Cyber sicurezza (rainews.it)
L’evento blindato a Roma
Di tutto questo si è parlato nell’edizione 2025 di Cybertech Europa che si è tenuta a Roma il 21 e 22 ottobre. Un grande successo di pubblico e di aziende presenti anche se in un’atmosfera che ha risentito del momento storico che viviamo.
La guerra a Gaza, e tutte le sue ricadute geopolitiche ed economiche, e la divisione che ha creato nel mondo sono state tangibili nell’apparato di sicurezza, mai così imponente, che è stato attuato per l’evento.
Chiusura al traffico di un quadrante molto ampio intorno al Centro Congressi La Nuvola a Roma, una security interna decisamente rafforzata. Certamente anche la presenza dell’ex Segretario di Stato, Mike Pompeo, e la manifestazione pro Palestina hanno inciso sulla decisione. D’altra parte l’agenda dei lavori fino a qualche giorno prima dell’evento presentava sessioni legate a temi di geo-strategia con “prospettive e implicazioni globali delle tecnologie di cyber security “. Tutte poi modificate e con riferimenti molto più soft anche al dual use di alcune tecnologie e con alcuni incontri programmati che sono stati cancellati.
Il grande spazio dato questo anno alle aziende, anche per la mancanza di presenze istituzionali di peso, tranne Pompeo, hanno permesso di approfondire i temi come l’intreccio tra AI, cybersecurity, geopolitica e fake news ma anche la difesa delle strutture dalle nuove forme di attacco nonché la capacità di neutralizzare gli attacchi.

L’ingresso all’esposizione 2025 (cybertech)
“I nostri dati sono una proiezione della nostra personalità”
Quanto sia importante la sicurezza nazionale, ma soprattutto quanto lo siano i nostri dati lo ha spiegato a Rainews.it, Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio Polizia Postale e comunicazione, che pone l’accento sul fatto che la gestione dei dati attraverso i social oggi sono determinanti nella politica e nell’informazione.
“Ad oggi non si sa come proteggere i sistemi di intelligenza artificiale”
L’importanza dell’AI anche e soprattutto legata alla geopolitica è stata al centro anche dell’incontro con l’ex Segretario di Stato Mike Pompeo “E’ in atto una corsa globale all’AI che sta cambiando politiche ed economie globali”. Ed entra subito in gioco il rapporto tra AI, dati e sicurezza. Come sta evolvendo questo mondo? Il G7 Cyber Expert Group avverte che l’AI rende più facile per i malintenzionati sfruttare vulnerabilità.
Ma i programmatori di AI si occupano di sicurezza? A Rainews.it Cristiano Tito di IBM.
“I nuovi attacchi tra i più pericolosi, riescono a scegliere che informazioni recuperare”
Gli attaccanti sfruttano l’AI per accelerare e scalare exploit, come phishing potenziato (aumento del 1265% in alcuni casi), malware polimorfico (che muta per evadere l’identificazione) e deepfake per frodi (es. un caso da 25,6 milioni di USD). E poi ci sono gli AI agents autonomi che possono facilitare attacchi su larga scala.
Marco Lucchina di Cynet Security, spiega cosa sono gli AI agents autonomi.
“Bisogna sensibilizzare tutti ad un utilizzo corretto dell’AI”
Nel 2025 l’integrazione dell‘AI nella cybersicurezza offre opportunità (come il rilevamento automatico di anomalie), ma introduce anche nuove sfide: quali l’uso dell’AI da parte di attaccanti, le vulnerabilità intrinseche dei sistemi AI e le questioni etiche/regolatorie. Secondo il World Economic Forum, il 78% dei responsabili della sicurezza informatica aziendale ritiene che le minacce AI-powered stiano già avendo un impatto significativo sulle organizzazioni.
“Siamo in una terra di mezzo”, dice Roberto Pozzi di Check Point, in questo momento storico e le fake news oggi sono il pericolo principale
“I contenuti malevoli vengono generati alla velocità della luce”
L’uso malevolo, la nostra società e l’era dell’Intelligenza Artificiale la distorsione della realtà, l’utilizzo dei dati raccolti nelle guerre ibride. È questo il mondo in cui viviamo e che ci apre del futuro? Quale?
La visione di Eva Chen di Trend Micro a Rainews.it.
Il focus sull’AI e sul suo uso rende palese che rafforza le difese (es. in threat intelligence) ma amplifica le minacce, richiedendo quindi un approccio più bilanciato con investimenti in AI etica e formazione.
Bisognerebbe sempre avere in mente ciò che Papa Francesco diceva in proposito: “Abbiamo la necessità di uno sviluppo etico degli algoritmi in cui siano i valori a orientare i percorsi delle nuove tecnologie e l’IA deve rimanere uno strumento nelle mani dell’uomo perché l’IA influenza in modo dirompente l’economia e la società e può avere impatti negativi sulla qualità della vita, sulle relazioni tra persone e tra Paesi, sulla stabilità internazionale e sulla casa comune“.
