Il sindacalista accusato di violenza sessuale da una hostess è stato assolto: “Nei 20 secondi di approccio sessuale la donna non aveva espresso dissenso”.

Disgusto per i commenti che sto leggendo, parlano e nessuno sa niente“: attacca così al telefono l’avvocato Ivano Chiesa, stoppando le polemiche dopo l’assoluzione del suo assistito da parte della Corte d’Appello di Milano, un sindacalista che era stato accusato di violenza sessuale da una hostess di volo, assolto perché per “20-30 secondi” la donna non aveva espresso dissenso.

Già in primo grado il Tribunale di Busto Arsizio (Varese) aveva assolto il 47enne perché durante i “20-30 secondi iniziati con un massaggio sulle spalle e poi con baci sul collo e palpeggiamento del seno” – come raccontato in aula dalla hostess – la donna non aveva manifestato dissenso ed era rimasta in silenzio.
Quando poi l’uomo è arrivato ad afferrare gli slip della donna, la hostess gli ha intimato di fermarsi.

L’episodio e i 30 secondi contestati

L’episodio è avvenuto in un ufficio della Fit Cisl all’aeroporto di Malpensa nel marzo del 2018 dove la hostess si era recata per alcune problematiche lavorative: seduta alla scrivania, di spalle, era stata approcciata dal 47enne sindacalista.

“La donna ha reagito all’uomo dopo 20 secondi”: così un giudice lo assolve dall’accusa di violenza sessuale

Dettaglio rimarcato dai giudici già in primo grado, perché l’imputato – in piedi alle sue spalle, recitava la sentenza –  “non poteva percepire eventuali espressioni di contrarietà” della hostess.

Lunedì 24 giungo l’assoluzione è stata confermata dalla Corte d’Appello di Milano e, di nuovo, la sottolineatura dei 30 secondi ha fatto discutere.

“Trovo indecente – continua il legale – che tutti commentino questa cosa con puro moralismo senza conoscere la dinamica del fatto, la signora ha avuto tutto il tempo di manifestare il suo dissenso, quando l’ha manifestato, il mio cliente si è fermato, questo non fa diventare i 20-30 secondi precedenti violenza carnale, perché sennò qualunque approccio che un uomo fa verso una donna rischia di diventare violenza carnale. Ho detto in aula, dirò a mio figlio, quando vai con una ragazza, portati il notaio”.

“Ieri [lunedì] in udienza – racconta l’avvocato Chiesa – ho messo accanto a me una mia collaboratrice, d’accordo con me, e le ho tenuto una mano sulla testa per trenta secondi, stando zitto, quando hanno capito quanto durano veramente trenta secondi ho detto “devo anche discutere?” venti – trenta secondi quando non parli sono lunghissimi”.

“Non c’è nessun atto di violenza, non c’è dissenso, una volta che è stato manifestato [dalla hostess] lui si è fermato”. La donna era rimasta in silenzio – aveva raccontato in aula – continuando a sfogliare i documenti che stava leggendo, “poiché spaventata, nella speranza che l’imputato capisse che non era sua intenzione assecondarlo”.

Se violenza non è stata, c’era un’altra configurazione possibile? chiediamo all’avvocato Chiesa:

No perché tutti questi movimenti che adesso si lamentano [tipo il metoo ndr] hanno fatto diventare gli atti di libidine e gli atti di libidine violenta tutti violenza carnale, questo modo di vedere il diritto porta a questi risultati, alla grettezza del diritto”.

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