“La Cina ha sospeso le esportazioni di terre rare pesanti e magneti”, componenti cruciali per settori strategici come quello automobilistico, aerospaziale, dei semiconduttori e della difesa. Lo scrive il New York Times. Le spedizioni sarebbero ferme in numerosi porti cinesi in attesa di un nuovo sistema di licenze all’esportazione, che potrebbe escludere in modo permanente alcuni clienti, incluse aziende militari statunitensi

La stretta sarebbe una risposta diretta all’aumento dei dazi voluto dal presidente Trump, entrato in vigore il 2 aprile scorso. Due giorni dopo, Pechino ha ordinato restrizioni sulle esportazioni di sei metalli rari pesanti e dei magneti che li contengono, il 90% dei quali è prodotto in Cina. Le nuove norme prevedono il rilascio di licenze speciali, ma il meccanismo non è ancora operativo e le industrie internazionali temono una carenza imminente di materiali fondamentali.

Il blocco riguarderebbe tutti i Paesi, non solo gli Stati Uniti. La Cina produce il 99% delle terre rare pesanti mondiali e il 90% dei magneti ad “alta potenza”. La maggiore fabbrica cinese, la JL Mag di Ganzhou, fornisce Tesla, BYD e altri colossi industriali globali. Proprio lì, nel 2019, Xi Jinping effettuò una visita che venne poi considerata un segnale politico esplicito durante un picco delle tensioni commerciali con Washington, nel primo mandato del tycoon newyorkese.

Dal Vietnam, dove si è recato per firmare 45 accordi di cooperazione, il presidente cinese ha oggi invitato Hanoi a “contrastare insieme il bullismo unilaterale”, nel mezzo dello scontro commerciale con gli Usa, aggiungendo che i leader dei due Paesi “dovrebbero visitarsi frequentemente, come fanno i parenti”. Lo ha detto, Xi, in base al resoconto diffuso dall’agenzia statale Xinhua, negli incontri avuti con i leader del Paese del Sudest asiatico, assicurando che “il mega mercato cinese è sempre aperto al Vietnam”. Le parti hanno firmato un totale di 45 documenti di cooperazione bilaterale

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