Rampelli (FdI): “Le coppie gay spacciano per figli bambini avuti con la maternità surrogata”. La protesta del Pd

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Nuovo affondo di FdI contro i diritti delle coppie gay. Mentre in Parlamento il partito di Meloni si prepara a osteggiare le proposte del Pd di Elly Schlein sul matrimonio egualitario e le adozioni, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli ieri sera durante la trasmissione In Onda su La7 ha attaccato: “Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali”.

Parole usate dall’esponente di FdI per rispondere a una domanda di Concita De Gregorio sul mancato riconoscimento in Italia dei figli delle coppie gay dovuto allo stop imposto dal governo al Comune di Milano rispetto alle trascrizioni sul registro dell’anagrafe e ribadito nei giorni scorsi con la bocciatura al Senato della proposta di regolamento Ue.

Una frase, quella su due persone dello stesso sesso che “spacciano” i bambini “per loro figli” che ha immediatamente suscitato le proteste del Pd. “Una frase cattiva, non soltanto nei confronti delle coppie che scelgono di accogliere con amore un figlio, ma soprattutto nei confronti dei figli stessi, che nemmeno possono difendersi da questa violenza. Si spacciano per politici degni del governo del Paese, sono solo reazionari violenti”, protesta la dem Pina Picierno. “Nelle parole di Rampelli solo cattiveria. Nessun rispetto per gli altri, per chi la pensa diversamente da lui, per chi vive una realtà che c’è, per quanto a Rampelli possa non piacere. Un linguaggio inaccettabile nei confronti dei bambini. Questa è la destra che governa il Paese”,  scrive su Twitter la capogruppo del Pd al Senato Simona Malpezzi.

E il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni commenta: “Trovo del tutto sgradevoli, sbagliate e violente le parole utilizzate da Rampelli. Si possono avere idee diverse, bisogna confrontarsi su temi così complessi e delicati, ma servirebbe innanzitutto rispetto e cura nell’uso delle parole. Stiamo parlando di essere umani, di minori, di affetti, evitiamo di usare linguaggi e modi da osteria”.

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