Il Governo punta a creare un polo in Italia per l’addestramento dei piloti di F35. Già in occasione delle celebrazioni del 102° anniversario dell’Aeronautica Militare, che si sono svolte il 28 marzo presso l’aeroporto militare “Mario de Bernardi” di Pratica di Mare, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato il progetto di creazione di un polo addestrativo in Italia per i piloti di F-35. Italia, ha ricordato, «dove c’è una linea di produzione reale al di fuori degli Stati Uniti. Mi auguro a breve, ad affiancare Decimomannu, ci potrà essere anche la formazione dei piloti degli F35», ha affermato in quell’occasione il responsabile della Difesa.

E in una recente intervista a La Stampa il responsabile della Difesa ha rivendicato: «Noi siamo il primo paese al mondo in grado di produrre F35, oltre gli Stati Uniti, e l’unico nel quale verranno formati piloti perché gli Usa non ce la fanno da soli. Quel programma – ha aggiunto – è la dimostrazione che puoi comprare da loro ma hai ritorni economici e industriali superiori a quello che hai speso».

La base non sarà Decimomannu

Secondo “Rivista italiana difesa” (RID), l’International Flight Training School (IFTS) a Decimomannu (Cagliari), nato dalla collaborazione tra Aeronautica Militare e Leonardo, resterà dedicata alla formazione avanzata dei piloti destinati ai velivoli jet di 4ª e 5ª generazione. Probabile che venga scelta un’altra struttura sempre nel Sud Italia. Le parole del Ministro, comunque, non riguardano il programma dell’Aeronautica Militare di basare un Gruppo di LIGHTNING II presso la base sarda nel prossimo futuro, come annunciato dal generale Luca Goretti oltre un anno fa, programma che resta solido. L’F-35 Lightning II è un velivolo caccia multiruolo di quinta generazione con spiccate caratteristiche stealth (bassa osservabilità da parte dei sistemi radar) e net-centriche (interconnessione di tutti i sistemi di comunicazione, informazione e scambio dati a disposizione).

La strategia italiana nei confronti degli F-35

Il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2024 – 2026 in tema di F-35 ha delineato la strategia: aumentare la flotta passando da 90 a 115 velivoli complessivi. Il che significa altri 25 caccia, per una spesa aggiuntiva di 7 miliardi di euro. La flotta italiana di F-35 è dunque in espansione. Intorno al 2040, spiega un report dello Iai, l’Aeronautica Militare probabilmente opererà con oltre 180 tra F-35 e Eurofighter aggiornati, in concomitanza con l’introduzione del Gcap, consolidando la sua posizione come una delle forze aeree più avanzate d’Europa.

 

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