L’ultimo sondaggio YouTrend per Sky TG24 evidenzia un’Italia spaccata su questioni di politica estera e difesa. L’invio di truppe in Ucraina, l’aumento delle spese militari e il rapporto con gli Stati Uniti dividono l’opinione pubblica, mentre la fiducia nei leader internazionali rimane bassa.
L’ultimo sondaggio realizzato da YouTrend per Sky TG24 conferma come gli italiani siano divisi su alcune delle principali questioni dell’agenda geopolitica: sull’ipotesi di inviare truppe in Ucraina, il 41% degli italiani sarebbe favorevole, ma solo nel contesto di una missione di pace dell’ONU, mentre il 38% è contrario a qualsiasi coinvolgimento militare. Anche sull’aumento delle spese per la difesa il Paese si spacca a metà: il 43% è favorevole, mentre un altro 43% si oppone. Sul rapporto con gli Stati Uniti, il 48% degli intervistati preferirebbe un’Europa più autonoma economicamente e militarmente, mentre il 37% auspica un compromesso per non compromettere le relazioni con Washington.
A complicare ulteriormente il quadro c’è la scarsa fiducia nei leader internazionali coinvolti nel dibattito sulla sicurezza globale: solo il 28% degli italiani ha fiducia nel presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il 25% in Emmanuel Macron e appena il 20% in Donald Trump. Tra scetticismo e divisioni, l’Italia si conferma, insomma, un Paese in cerca di una posizione chiara sulle grandi sfide globali.
Guerra in Ucraina: l’Italia tra interventismo e non interventismo
Due anni dopo lo scoppio del conflitto, il dibattito sull’invio di truppe italiane in Ucraina continua a dividere: il 41% degli intervistati accetterebbe un coinvolgimento militare solo nell’ambito di una missione ONU, una posizione che rispecchia la cosiddetta “linea Tajani”. Il 38% rifiuta qualsiasi ipotesi di intervento diretto, mentre una quota molto più ridotta (solo il 10%) sarebbe favorevole a un’operazione condotta insieme ad altri Stati della NATO. Questi dati suggeriscono una popolazione tendenzialmente prudente, o almeno poco incline a un’escalation del conflitto e più favorevole a un ruolo italiano limitato a operazioni di pace sotto mandato internazionale.
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Le posizioni dei diversi elettorati
Gli orientamenti sul possibile invio di truppe cambiano a seconda delle preferenze politiche: gli elettori del Partito Democratico sembrano i più favorevoli a un intervento, con il 23% che accetterebbe anche un’operazione guidata solo dalla NATO. Tra gli elettori della Lega prevale il non interventismo (49%), ma un 41% sarebbe favorevole a una missione ONU. Gli elettori del Movimento 5 Stelle sono invece i più contrari in assoluto: il 57% respinge qualsiasi tipo di coinvolgimento. Al contrario, chi vota Fratelli d’Italia e Forza Italia mostra invece una maggiore apertura a un’azione di peacekeeping sotto mandato ONU (rispettivamente 47% e 67%).
Spese militari: aumentare o ridurre
Il tema del budget della difesa è altrettanto divisivo: il 43% degli italiani vorrebbe incrementarlo, mentre un altro 43% si oppone a qualsiasi aumento. Solo il 4% accetterebbe di portarlo al 5% del PIL, come richiesto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump ai Paesi NATO. Il 14% opterebbe per un incremento fino al 2,5%, il 25% fino al 2%, in linea con gli accordi NATO, mentre un altro 18% considera sufficiente l’attuale livello di spesa (1,5% del PIL). Un altro 25% addirittura preferirebbe ridurre il budget militare. Tra i sostenitori dell’aumento delle spese per la difesa prevalgono, tra tutti, gli elettori di Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre tra i contrari spiccano invece gli elettori del Movimento 5 Stelle.
Italia-USA: autonomia o compromesso
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa pongono un ulteriore dilemma: il 48% degli intervistati ritiene che l’Italia dovrebbe spingere per una maggiore autonomia economica e militare dell’UE rispetto a Washington. Al contrario, il 37% preferirebbe mantenere un atteggiamento più prudente, cercando un compromesso per salvaguardare il rapporto con gli USA. Questi dati evidenzierebbero insomma un’ampia spaccatura nell’opinione pubblica tra chi vorrebbe un’Europa più indipendente e chi teme ripercussioni negative per l’economia italiana in caso di rottura con gli Stati Uniti.
Fiducia nei leader internazionali: scetticismo diffuso
Un altro aspetto interessante del sondaggio riguarda la percezione dei leader internazionali: Zelensky, nonostante il forte sostegno ricevuto dall’Occidente, raccoglie solo il 28% di fiducia tra gli italiani. Il presidente francese Macron si ferma al 25%, mentre Trump è il meno apprezzato con un livello di fiducia del 20%. Questi numeri mostrano un atteggiamento di diffidenza diffusa nei confronti dei protagonisti della scena geopolitica, forse sintomo di un generale scetticismo verso le strategie adottate finora nella gestione delle crisi internazionali.