Tra Mef e Lufthansa, giunti ad un passo dalla rottura proprio all’ultimo miglio della complessa operazione di ingresso con una quota di minoranza del gruppo tedesco in Ita Airways, è tempo di provare a ricucire. Dopo aver affidato la matassa ai rispettivi team di tecnici e legali che si sono confrontati per trovare un punto di incontro, l’ultima parola è affidata al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e al Ceo di Lufthansa, Carsten Spohr.
Interpellato nel primo pomeriggio a Montecitorio, al termine dell’audizione sul Ddl bilancio convocata dalla commissioni Bilancio di Camera e Senato, ai cronisti che gli hanno chiesto se nel fine settimana incontrerà il Ceo di Lufthansa, Giorgetti ha risposto «sarebbe opportuno». Bocche cucite al Mef, e anche in casa Ita e Lufthansa, che non commentano la notizia arrivata da fonti europee su un incontro fissato per domenica, né i rumors che circolano in ambienti sindacali di un colloquio avvenuto tra i due già ieri pomeriggio.
Il nodo da sciogliere: la richiesta di Lufthansa di uno “sconto”
Materia del contendere non è l’aumento di capitale da 325 milioni di euro attraverso l’acquisizione del 41% di Ita Airways da parte di Lufthansa. Ad aver provocato la «forte irritazione» del Mef, in qualità di azionista unico di Ita Airways, è stata la richiesta di Lufthansa di rivedere al ribasso il valore della compagnia, in occasione del versamento al Mef della seconda tranche dell’investimento per l’acquisizione del 49%, che secondo il timing dovrebbe avvenire quando la compagnia sarà diventata profittevole, dunque nel 2025. Richiamando una clausola dell’accordo di inizio luglio, i tedeschi per aggiornare al ribasso il valore della compagnia avrebbero preso come riferimento il quarto trimestre 2024, quando tradizionalmente diminuisce la cassa delle compagnie aeree, ed hanno chiesto di scontare dal prezzo gli investimenti effettuati per il rinnovo della flotta aerea.
Per avere un termine di paragone, considerando che l’investimento complessivo di Lufthansa – compresa l’acquisizione dell’ultimo 10% del capitale di Ita tra il 2028-2029 – è stimato in 829 milioni, lo sconto sarebbe stato richiesto su una quota dei restanti 504 milioni da versare direttamente al Mef. Fonti vicine a Francoforte avevano calcolato la richiesta di sconto intorno ai 10 milioni, ma secondo stime del Governo italiano il valore dello sconto richiesto sarebbe molto più alto, potrebbe oscillare tra 50 a 200 milioni, a seconda delle variabili prese in considerazione.
Manca la firma del Mef ai contratti da spedire a Bruxelles
Per il ministro Giorgetti questa richiesta ha rappresentato un campanello d’allarme, il candidato partner in Ita Airways si sarebbe mostrato inaffidabile. In questo scenario il Mef ha deciso di non firmare i contratti, sottoscritti già da Ita Airways e da Lufthansa, da spedire a Bruxelles, con i nomi dei competitor a cui affidare segmenti di mercato per evitare che il matrimonio tra Ita Airways e Lufthansa possa creare un monopolio a discapito dei consumatori. C’è tempo fino a lunedì per inviare questi contratti con i cosiddetti remedy takers alla Commissione europea, anche se il termine non è considerato perentorio, se dovesse servire qualche giorno in più per chiudere un accordo.