Dal 2025 il calcolo dell’Isee cambierà. Saranno esclusi titoli di Stato e libretti postali fino a 50mila euro. La novità dovrebbe ridurre l’Isee delle famiglie, consentendo di accedere a quei bonus che prevedono requisiti di reddito, ma secondo i tecnici l’impatto sarà trascurabile.
A partire dal 2025 il calcolo dell’Isee cambierà. Molto probabilmente dal prossimo anno lo strumento utilizzato per misurare la situazione economica delle famiglie non terrà più conto di titoli di Stato e libretti postali, purché il loro valore non superi una certa soglia, fissata a 50mila euro.
Le novità sono contenute all’interno dello schema di Dpcm che è arrivato mercoledì scorso alla Camera e modifica il regolamento Isee del 2013. Il testo è in attesa di ricevere i pareri delle commissioni parlamentari, ma il nuovo meccanismo di calcolo si prepara a diventare attiva dal prossimo anno.
Il provvedimento è stato già validato dal Garante della privacy, Consiglio di Stato e Conferenza unificata, ma una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale, occorrerà attendere le comunicazioni dell’Inps relative alla modalità di compilazione della nuova Dichiarazione sostitutiva unica.
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Cosa cambia con il nuovo calcolo Isee dal 2025: le novità
In realtà la norma che riforma la modalità di calcolo dell’indicatore, escludendo titoli di stato e libretti postali, è stata introdotta dalla legge di bilancio per il 2025. Ma per entrare in vigore è necessaria l’approvazione dello decreto che interviene sulla disciplina Isee.
In sostanza quindi, titoli di Stato e libretti postali non verranno più considerati nel computo dell’Isee familiare, ma fino a un certo valore, pari a 50mila euro. Nello specifico si tratta di Btp, Bot, Ctz, Cct, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale, ma il loro possesso, come detto, non dovrà superare il tetto dei 50mila euro.
Continueranno ad avere rilevanza per l’Isee familiare invece, i prodotti di raccolta del risparmio destinati al pubblico retail, ad eccezione di quelli rivolti a investitori istituzionali.
Perché l’indicatore del patrimonio si abbassa e chi ci guadagna dal 2025
Secondo al relazione tecnica al Dpcm che introduce i correttivi, la modifica dovrebbe avere come effetto quello di ridurre il valore del reddito familiare “con conseguenze in termini di maggiori spese per prestazioni legate alla prova dei mezzi misurata attraverso l’Isee”.
In altre parole, tagliando queste voci l’indicatore del patrimonio risulterà più basso, il che consentirà a più famiglie di accedere a quei bonus e prestazioni assistenziali che prevedono determinati requisiti Isee. Tra questi ci sono, per fare qualche esempio, il bonus psicologo, la carta Dedicata a te, il bonus Nido ma anche il Bonus Natale, introdotto dal governo per i dipendenti con almeno un figlio a carico.
Dall’altra parte, i tecnici hanno osservato che l’impatto effettivo sull’Isee potrebbe essere abbastanza marginale dato che “la maggior parte delle prestazioni prevede livelli di Isee decisamente contenuti”. Molte agevolazioni infatti, fissano soglie d’accesso piuttosto basse, “tali da considerare trascurabile l’effetto di riduzione dell’Isee” ricalcolato senza titoli di Stato e libretti postali.
Le cose potrebbero andare diversamente per quanto riguarda l’Assegno unico, dato che si tratta di una misura universale e che gli importi variano a seconda dell’Isee.
Resta comunque il fatto che gli enti che erogano contributi e agevolazioni avranno la possibilità di rivedere al ribasso i requisiti Isee in modo tale da ridurre gli eventuali oneri che potrebbero derivare da un eccessivo allargamento della platea dei beneficiari.
Sempre secondo la relazione, inoltre, “il peso stimato risulta contenuto e mediamente quasi dello 0,7% con incidenza in media sull’importo della prestazione dello 0,23 per cento”. Si stima dunque che tale esclusione costerà allo Stato circa 44 milioni di euro all’anno, ma per la misura è stata già prevista una copertura nella precedente legge di bilancio.