Gli esami dovranno accertare la causa della morte di Mara Favro, la donna sparita un anno fa dalla Valle di Susa e i cui resti sono stati trovati al fondo di un dirupo nelle vicinanze del paesino di Gravere. Le parole di una persona che qualche settimana dopo la scomparsa si fermò nella pizzeria in cui Mara lavorava: “Intimorita dal datore di lavoro”.

Mara Favro

La conferma è arrivata alcuni giorni fa – sono di Mara Favro, la 51enne sparita nel nulla in Valle di Susa nella notte fra il 7 e l’8 marzo 2024, le ossa ritrovate al fondo di un dirupo nelle vicinanze del paesino di Gravere – e oggi è il giorno dell’autopsia che dovrebbe chiarire se si è trattato di un omicidio. Accertare le cause della morte non sarà semplice. L’esame verrà svolto dal medico legale della procura Roberto Testi alla presenza delle consulenti Mariella Papi e Enrica Macorano, scelte dagli avvocati Elena Emma Piccatti, che assiste l’ex pizzaiolo Cosimo Esposto e Luca Calabrò, che difende Vincenzo Milione, titolare del locale. Entrambi sono indagati per omicidio e occultamento di cadavere ed entrambi respingono ogni coinvolgimento.

E oggi intanto La Stampa riporta la testimonianza di una persona che riguarda proprio uno degli indagati. Questa persona dice che avrebbe voluto raccontare ai carabinieri quanto ha sentito, ma che nessuno l’avrebbe ancora richiamata. “Non ero mai stata in quella pizzeria. E ho saputo soltanto mesi dopo che il gestore, Milione, era indagato per l’omicidio di Mara Favro. Ricordo che Milione si lamentava delle sue ex cameriere. Diceva: ‘Ormai le ragazze vogliono solo più prostituirsi e non vogliono più lavorare’. Basita, risposi che non era vero. Ma lui continuava: ‘Sarò costretto ad andare a prenderle nell’Est Europa’. Poi, quando stavo per andare via, quell’uomo ha parlato di un presunto appalto che gli avrebbero dato per il cantiere della Tav. Ed è lì che io gli dissi che a volte i soldi, in questi casi, vengono pagati con mesi di ritardo ai ristoratori. E di stare attento. E lui esclamò: ‘Io so come si fa a fare sparire una persona’”.

Questa donna, all’epoca, non sapeva ancora della scomparsa di Mara Favro, che in quel locale lavorava come cameriera. Era il primo aprile, Mara era sparita nel nulla da tre settimane. “Dieci giorni dopo ho saputi che era sparita Mara Favro”, ricorda raccontando quella conversazione. “Quel primo aprile rimasi intimorita – le sue parole riportate dal quotidiano – pensai che quell’uomo era uno sbruffone. Nient’altro. Ma quando ho saputo guardando la tv che Mara era sparita, ho collegato tutto. Ho provato un brivido. Se i carabinieri mi chiamano, sono pronta a ripetere tutto. Li ho cercati più volte”.

Mara Favro è morta, sono sue le ossa ritrovate nei boschi in Val Susa: la conferma dagli esami del dna

Secondo l’avvocato Calabrò, la testimonianza della donna che ha incontrato Milione non cambia nulla: “Testimonianze così tardive mi lasciano perplesso”.

La notizia del ritrovamento dei resti di Mara Favro è stata accolta con rassegnazione dai familiari della donna, che ormai da tempo parlano di omicidio. Per loro era impensabile un allontanamento volontario di Mara, mamma di una bimba di nove anni.

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