“L’Italia è uno dei Paesi più longevi nel mondo, in Europa seconda soltanto alla Spagna, viviamo molto a lungo: 83,8 anni come speranza di vita. Ma se andiamo a vedere la ’vita in salute’ diventiamo sesti, settimi in Europa, con grosse differenze tra le regioni italiane del Nord e del Sud: i nostri ultimi anni sono vissuti in cattivo stato di salute, quindi dobbiamo migliorare questo gap, attivando un invecchiamento attivo, fatto di partecipazione, sicurezza, salute mentale, salute sociale, salute fisica attraverso la prevenzione, la gestione delle malattie croniche e la promozione di stili di vita salutari”.
Sono parole di Michele Conversano, presidente di Happy Ageing, a proposito delle strategie per affrontare l’invecchiamento in salute della popolazione che sono state al centro di “Investing for Healthy Ageing”, evento promosso da MSD, che si è svolto a Roma presso Associazione Civita coinvolgendo istituzioni, società scientifiche, clinici, economisti e associazioni dei pazienti e della società civile.
Le fragilità fisiche e mentali dell’anziano
La discussione si è concentrata sulla fragilità dell’anziano, sulla prevenzione delle patologie evitabili tramite le strategie di immunizzazione e sulla sostenibilità del Sistema sanitario nazionale.
“La fragilità degli anziani – aggiunge Conversano – va considerata non soltanto come la presenza di più malattie croniche (come diabete, cardiopatie): il Covid ci ha insegnato che esiste una fragilità anche di tipo funzionale, fisica, motoria, mentale, cognitiva, psico emotiva e biologica. Abbiamo malnutrizione, solitudine, mancanze di diritti e di solidarietà e una fragilità economica. Dobbiamo imparare che dobbiamo prenderci cura di tutte queste cose per avere un invecchiamento attivo”.
Secondo Conversano “il fenomeno dell’immunosenescenza, e delle malattie infettive respiratorie, può essere prevenuto con i vaccini: abbiamo un calendario vaccinale molto ben organizzato che prevede la prevenzione delle infezioni attraverso le vaccinazioni, ma abbiamo ancora percentuali di copertura troppo basse, per l’influenza non superiamo il 50-52%. Solo nel 2023 abbiamo avuto oltre 200 decessi per malattie invasive da pneumococco, una letalità del 20%. Quindi, su più di mille persone che sono state ricoverate in ospedale, 212 sono decedute. Si tratta di una questione che può essere prevenuta con vaccini ormai anche costruiti su misura dell’anziano. Inoltre, è importante la prevenzione di tutte le malattie infettive: la SIGG Società Italiana di Geriatria e Gerontologia spiega che allettare un anziano per tre giorni produce una perdita di massa muscolare di un chilo. Si tratta del fenomeno della sarcopenia che può trasformare un anziano, tenuto a letto anche da una malattia banale per una settimana, da una persona abile a una disabile”.