Dodici persone indagate per inquinamento ambientale e omessa bonifica in con riferimento ai lavori della Pedemontana. L’avviso a vario titolo è arrivato a componenti degli organi di amministrazione del Consorzio Sis e della Società Pedemontana Veneta, a responsabili tecnici e direttori di cantiere. Gli accertamenti riguardano in particolare i lavori per la Galleria naturale di Malo e quella di Sant’Urbano, entrambe nel tratto vicentino, nei cui territori vi sarebbe un grave inquinamento delle falde acquifere.

Il tema di una possibile nuova contaminazione da Pfas innescata dalle terre di scavo della Pedemontana era già stato messo in evidenza da un documento della Regione, che faceva riferimento proprio ai terreni scavati per costruire le due gallerie. Tre milioni di metri cubi di terre da scavo, livelli elevati di inquinamento, con concentrazioni soprattutto di Pfba, un composto dei Pfas usato per accelerare la presa del cemento.

Dal documento emerge che il Pfba finisce nell’acqua piovana che scola dalle terre da scavo e che le terre sono state stoccate in venti siti sparsi per la provincia di Vicenza. Uno, cava Vianelle, è a Marano Vicentino. Un territorio, come tutta la fascia alta della provincia di Vicenza, che è zona di ricarica da cui pescano gli acquedotti. A Caldogno il gestore idrico Acegas ha chiuso 8 pozzi su 31. Ed è stato lo stesso ministero dell’Ambiente a lanciare l’allarme, e Ispra a parlare di possibile minaccia imminente di danno ambientale. Sono stati gli esposti del Coordinamento Veneto Pfas a innescare i monitoraggi. 

Il servizio di Alberto Bragaglia, montaggio Davide Baldan

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